Per Eddie Irvine il miglior pilota di tutti i tempi non è Senna, ma Schumacher

L’ex pilota irlandese esalta le doti di guida si Michael Schumacher, dal suo punto di vista il più forte di tutti i tempi. Ayrton Senna non sarebbe stato invece a suo livello per via di alcune pecche.

Per Eddie Irvine il miglior pilota di tutti i tempi non è Senna, ma Schumacher

Dopo aver ridimensionato le doti di guida di un pilota come Sebastian Vettel, Eddie Irvine ha voluto dire la sua anche su uno dei dilemmi che da tempo divide gli appassionati di Formula 1: era più forte Schumacher oppure Senna?

I due campioni hanno avuto modo di competere per poco più di due stagioni uno a fianco dell’altro, poi la morte improvvisa del paulista ha aperto la strada ai record di successi del tedesco. Senza il tragico episodio di Imola, le cose sarebbero andate sicuramente in maniera diversa, anche se rimane difficile prevedere chi tra i due avrebbe prevalso.

Sul punto l’ex ferrarista sembra invece avere le idee ben chiare. Lui che dal 1996 al 1999 ha corso come compagno di squadra di Schumi, il tedesco lo conosceva bene. Anche con Senna ebbe modo di confrontarsi, e non solo in pista. L’episodio incriminato risale al 1993, quando Magic sferrò un pugno al rookie irlandese al termine del Gran Premio del Giappone. L’attrito nato in pista e regolato con le maniere forti ai box, era nato a seguito di uno controverso sdoppiaggio messo a segno dall’esordiente pilota della Jordan.

Ma ritornando sulla rivalità tra Senna e Schumacher, Irvine confessa a BBC Sport che il sette volte campione del mondo era superiore. “Penso che Michael sia stato probabilmente il migliore di sempre. Credo che la tecnica di Senna fosse imperfetta. Era un pilota straordinariamente talentuoso e aveva un tocco incredibile, ma possedeva anche un paio di tecniche che non erano corrette e non guardava tutto”.

Pur essendo un pilota eccezionale, specie nel giro secco, aveva anche delle pecche che Michael avrebbe scovato, e che gli avrebbero permesso di sopravanzarlo. “Il suo vero talento era con i piedi, le braccia, le sensazioni e le intuizioni: non era secondo a nessuno”. Ma oltre all’incredibile bravura, aveva anche una sensazionale capacità di apprendimento che gli permetteva di diventare perfetto. “C’erano curve in cui non potevo fare quello che stava facendo. Lui, invece, semplicemente mi copiava nelle curve in cui ero più veloce”.

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