Lo stile scandinavo ha ormai conquistato il mercato e invaso le case: grandi brand hanno contribuito a dare lustro ad uno stile che sa di vintage e affascina per i suoi colori chiari e luminosi. Nomi come Artek, Carl Hansen, Iittala e Verpan hanno oramai fatto storia e dominano il mercato imponendosi per la qualità e il design dei loro prodotti. Uno stile che però, a ben guardare, ha iniziato a farsi strada all’incirca verso gli anni ’30, e lo dimostrano i mobili conservati nei musei di Alvar Aalto o Borge Mogensen.
Lo stile scandinavo ha continuato a proseguire e attorno agli anni ’50 ha raggiunto grande notorietà, soprattutto per la vasta produzione di mobili e la decorazione rappresentata in maniera esemplare da Hans Wegner, Ilmari Tapiovaara, Arne Jacobsen, Verner Panton e Eero Aarnio. Il design dei tavoli, degli oggetti decorativi e anche delle lampade è diventato presto icona e esempio per altre produzioni. A proporre questo stile oggi i principali rappresentanti sono Gubi, Muuto o Norman Copenhagen, che si avvalgono di giovani designer come Cecilie Manz, John Sebastian, Harri Koskinen e Alfredo Haberli.
Tra gli esempi inconfondibili di lampada in stile scandinavo è la “PH Artichoke”, che risale al 1925 ed è stata disegnata da Poul Henningsen(1894-1967), divenuto celebre per aver eseguito studi importanti sull’illuminazione e in particolare su luce, ombra e colori. La lampada era stata ideata per illuminare una grande sala espositiva del Longelinie Pavillionen di Copenaghen: l’interior design aveva espressamente richiesto di scaldare la luce fredda delle lampadine che vi erano in quel periodo sul mercato. La lampada venne prodotta poi presso la Louis Poulsen, ed è formata da settantadue foglie che si aprono e convergono verso il centro. In questo modo la sospensione emette una luce diffusa e piuttosto delicata.
Un altra lampada che è stata un’icona dello stile scandinavo è Le Klint 172, una lampada a sospensione disegnata che Poul Christiansen ha disegnato nel 1971. Il designer danese le aveva dapprima dato il nome Sinus dal latino “Curva”, ed è formata da tanti fogli di pvc piegati e assemblati . Il risultato è una sorta di scultura che si illumina e diffonde una luce che ispira poesia e razionalità geometrica.