La Cina inaugura il ponte sull’acqua più lungo del mondo

È stato inaugurato oggi, in Cina, il ponte sul mare più lungo del mondo, che collega Hong Kong, Zhuhai e Macao, per rilanciare la Greater Bay Area. Lungo 55 km, il nuovo ponte batte il record del precedente detentore cinese, l’Hangzhou Bay Bridge, lungo 36 km.

La Cina inaugura il ponte sull’acqua più lungo del mondo

La Cina, il Paese dei ponti da record, ha inaugurato oggi l’Hong Kong-Zhuhai-Macau Bridge, il ponte sull’acqua più lungo del mondo, che collega Hong Kong, Macao e Zhuhai alla Repubblica popolare cinese. Più precisamente il nuovo ponte, costato circa 20 miliardi di dollari, collegherà tra loro ben 68 milioni di persone che vivono nella Greater Bay Area, zona che include Hong Kong, Macao e altre nove città situate nel sud della Cina, all’interno della provincia del Guangdong.

Ora per andare da Hong Kong a Zhuhai basteranno solo 45 minuti, contro le quattro ore che si impiegavano prima. Con quest’opera il governo cinese vuole rilanciare la Greater Bay Area, un polo innovativo in grado di competere con la Silicon Valley di San Francisco, l’area della baia americana che detiene la leadership mondiale nel campo dell’Information tecnology, dell’economia e della finanza. Al taglio del nastro ha partecipato il presidente Xi Jinping dalla città di Zhuhai, insieme a Carrie Lam, chief executive dell’ex colonia britannica.

Ci sono state e tuttora persistono, però, polemiche e preoccupazioni, soprattutto per la sostenibilità del ponte e per il suo impatto ambientale. Gruppi ambientalisti affermano, infatti, che il progetto potrebbe aver arrecato gravi danni all’ecosistema presente nell’area e che la costruzione del ponte abbia messo in pericolo la popolazione dei delfini bianchi cinesi di Hong Kong, ma le autorità rassicurano che il problema era stato considerato e tutto è stato progettato e realizzato con l’obiettivo di un impatto ambientale ridotto quasi a zero, adottando specifici accorgimenti per preservare la fauna ittica locale.

Le caratteristiche e i numeri

Con le sue sei corsie, il ponte si allunga su un ampio sistema fluviale nel Mar Cinese meridionale. Più della metà del ponte – ben 30 km – è infatti sospesa sul delta del fiume Pearl River, ma una parte del ponte è costituita da un tunnel sottomarino lungo circa 6,7 km che corre lungo due isole artificiali per gli snodi – ognuna delle quali di circa 100mila metri quadrati, ancorate in acque poco profonde – e si inabissa nelle acque per consentire il passaggio delle navi, poichè il delta del Fiume delle Perle è una delle aree più trafficate al mondo: ogni giorno, infatti, circolano 4.000 navi di ogni genere, dai traghetti passeggeri alle grandi porta-container.

Sono stati impiegati 14 mila operai e una flotta di 100 navi per trasportare materiali e sezioni delle torri che sostengono la struttura. I pilastri sono di tre tipi: a forma di vela di nave, a fiocco e a delfino. Il percorso non è rettilineo ma sinuoso, con curve che ricordano un dragone e che dovrebbero anche aiutare gli automobilisti a non annoiarsi nell’attraversamento. 420mila tonnellate d’acciaio e 1,08 milioni di metri cubi di cemento sono stati impiegati per la sua costruzione, ovvero l’equivalente di quanto ne servirebbe per realizzare 60 Torri Eiffel e 4 volte e mezzo la quantità usata per costruire il Golden Gate di San Francisco. Per una struttura del genere sospesa sul mare, inoltre, non si può non tener conto dei potenziali rischi sismici, soprattutto in un continente che viene spesso colpito da forti terremoti. Il ponte è stato dunque progettato per riuscire a resistere a scosse di magnitudo 8, a super tifoni e all’urto di navi cargo da 300mila tonnellate. Si stima, oltretutto, che il ponte possa garantire una durata di 120 anni.

Il ponte non è per tutti

Iniziata nel 2009 e ultimata due anni dopo l’iniziale consegna prevista per il 2016, ritardo dovuto a problemi di budget, ad incidenti sul lavoro, ad episodi di corruzione e a polemiche sull’impatto ambientale, l’opera è un grandioso esempio di ingegneria avanzata e per accedervi e attraversarlo è necessario non solo pagare un pedaggio ma, soprattutto, ottenere i necessari permessi: si tratta di tre documenti, rilasciati da tre governi differenti, quello di Hong Kong, di Macao e della Cina continentale. Attualmente sarebbe necessario anche procurarsi una speciale assicurazione, valida esclusivamente per l’attraversamento del ponte, registrando i propri documenti nella città di Zhuhai. Un processo burocratico della durata di ben 12 giorni lavorativi, che un accordo tra le parti in gioco si spera possa in futuro annullare.

Quando il ponte sarà aperto al traffico i veicoli non potranno superare i 100 chilometri orari e i controlli saranno stringenti; telecamere speciali sono state infatti installate per monitorare persino gli sbadigli degli autisti. È stato inoltre deciso di rispettare gli stili di guida dei diversi luoghi: i guidatori dovranno infatti cambiare senso di marcia, perchè il ponte è considerato territorio cinese, dove si guida sul lato destro, lato sul quale si guiderà lungo le sezioni continentali dell’opera, mentre appena prima dell’arrivo ad Hong Kong e Macao si cambierà corsia in uno svincolo apposito. Inoltre l’opera avveniristica non è per tutti: solo i ricchi o coloro i quali godono di buone amicizie politiche potranno percorrerlo con l’auto privata; chi è senza permesso può prendere i mezzi pubblici per raggiungere il ponte e poi attraversarlo su shuttle privati.

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