“Un eccezionale architetto che da vent’anni risponde con la creatività a situazioni estreme provocate da devastanti calamità naturali. I suoi edifici diventano spesso centri comunitari e luoghi spirituali per popoli che hanno sofferto perdite e distruzioni: è accaduto in Ruanda, Turchia, India, Cina, Italia, Haiti e nel suo paese, il Giappone”.
Dopo Kenzo Tange nel 1987, Fumihiko Maki nel 1993, Tadao Ando nel 1995, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa nel 2010 e Toyo Ito nel 2013 è ancora una volta un architetto giapponese, Shigeru Ban, il maestro della leggerezza, a sbaragliare la concorrenza al Pritzker Architecture Prize 2014. E’ stato definito l’anti-archistar per la sua propensione a lavorare con materiali poveri come il cartone, il bamboo o il legno e a preferire alle enormi opere delle grandi stelle dell’architettura i luoghi delle calamità naturali come la Nuova Zelanda, la Turchia ma anche l’Italia con avveniristico progetto per la sede del Conservatorio Alfredo Casella all’Aquila.
In una intervista telefonica da Parigi, Shigeru Ban si è detto onorato di aver vinto, non perché il Pritzker gli conferisse maggior prestigio, ma perché ribadisce i connotati umanitari delle sue opere. Shigeru Ban rappresenta infatti il rifiuto dell’aura di celebrità perseguito da molti nella professione. Nelle osservazioni pubbliche di questo mese, per esempio, Shigeru Ban ha incoraggiato gli architetti nel compito di mettere la loro esperienza a servizio del bene sociale. “Non sto dicendo che sono contro la costruzione di monumenti, ma penso che possiamo lavorare di più per il pubblico“, ha detto a Londra in una conferenza sul design sostenibile. “Gli architetti non costruiscono alloggi temporanei perché sono troppo occupati a costruire per i privilegiati.”
I primi disegni, infatti, di Shigeru Ban sono stati quelli rivolti dalla condizione squallida dei campi profughi del Ruanda nel 1994. “Ho pensato che potremmo migliorare.” ha detto. Ha viaggiato a Ginevra per lavorare con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati progettando i prototipi tende con pali di carta.
Ha poi rivolto la sua attenzione alle conseguenze del terremoto del 1995 a Kobe, in Giappone, con la progettazione di alloggi di emergenza con le fondazioni di casse di birra e pareti di tubi di carta. Da allora è diventato una presenza familiare sulla scena di grandi catastrofi internazionali, collaborando con gli studenti di architettura per insegnare loro sullo sviluppo di soluzioni a tali siti.
Molte delle strutture temporanee di Mr. Ban sono diventati semi-permanente. A Kobe, per esempio, rifugi destinati ad essere usati per soli tre anni sono stati usati per 10. Ogni anno il Pritzker va a un architetto vivente le cui opere hanno contribuito all’umanità e all’ambiente costruito. Shigeru Ban riceverà una borsa di 100.000 dollari e un medaglione di bronzo che sarà assegnato il 13 giugno in una cerimonia presso il Rijksmuseum di Amsterdam. Shigeru Ban ha riferito che non è interessato all’aspetto economico del premio: “Non sono molto interessato a fare soldi“, ha detto. “Finché posso rendere felici le persone , sono felice“.