L’uscita dell’Inter dalla Champions League sancisce il fallimento di Antonio Conte

L'Inter, con molta fatica, si è guadagnato la possibilità di qualificarsi agli ottavi di finale nell'ultima giornata di Champions League. E nonostante la vittoria del Real Madrid, la squadra di Antonio Conte riesce a non vincere contro lo Shakthar

L’uscita dell’Inter dalla Champions League sancisce il fallimento di Antonio Conte

È da circa una settimana che si parla di un presunto biscotto del Real Madrid con il Borussia Mönchengladbach, gruppo in cui sono presenti anche l’Inter e lo Shakthar Donetsk. Il team allenato da Antonio Conte, vincendo in Germania, si è guadagnato l’opportunità di potersi qualificare agli ottavi di Champions League qualora Zidane avesse vinto con il Mönchengladbach.

La possibilità di un biscotto se ne era parlato sin da subito, dal momento che sarebbe bastato un pareggio tra il Real Madrid e il Borussia per andare avanti nella competizione. Tuttavia Zidane, in conferenza stampa, ha immediatamente rigettato ogni tipo di accusa: “Il biscotto? Ci prepariamo a fare una grande partita, avendo delle difficoltà. Sono positivo e pensiamo solo alla vittoria. Faremo di tutto per ottenere i tre punti”.

E Zizou, insieme alla sua squadra, mostra tutta la sua voglia di vincere, dal momento che domina dal 1′ al 90esimo minuto contro il Borussia Mönchengladbach, vincendo in scioltezza con il risultato di 2-0, anche se la squadra madrilena ne poteva fare almeno un altro paio. Quindi l’Inter, per poter passare, doveva vincere contro lo Shakthar Donetsk, la squadra ucraina allenata da Luís Castro.

Inter fuori dalla Champions League

I presupposti per una vittoria sembravano esserci tutti: lo Shatkhar Donetsk, nonostante abbia una rosa di tutto rispetto, non è neanche minimamente paragonabile a quella dei nerazzurri. Per di più gli ucraini non stanno brillando neanche nel loro campionato, ritrovandosi in seconda posizione dietro alla Dinamo Kiev.

L’Inter invece, soprattutto nel primo tempo, non riesce a convincere ed escludendo la traversa colpita da Lautaro Martinez, soffre terribilmente la fase difensiva dello Shakthar. I nerazzurri si svegliano solamente nel secondo tempo, anche se le occasioni migliori vengono create negli ultimi dieci minuti.

La squadra infatti assume un atteggiamento totalmente diverso quando Antonio Conte inserisce all’85’ minuto Christian Eriksen. Nei circa dieci minuti in cui ha giocato, il danese cambia incredibilmente il volto della sua squadra, rischiando anche di segnare il gol qualificazione, gioia negatagli da un mezzo miracolo del portiere Trubin.

Il fallimento di Antonio Conte

Non sempre è colpa dell’allenatore, ma per l’uscita dell’Inter dalla Champions League ci sono molte responsabilità legate ad Antonio Conte. Il mister, che sembra aver rotto già in estate con la famiglia Zhang, è sempre molto legato al suo 3-5-2, modulo ormai obsoleto che gli ha consentito di avere una ottima fase difensiva ma riuscendo a concretizzare davvero poco.

Bisognerebbe aprire una parentesi a parte su Eriksen, giocatore cercato fortemente dall’allenatore e strapagato a gennaio dal Tottenham. Antonio Conte non ha mai provato a tendere una mano nei suoi confronti, concedendogli solamente gli ultimi due minuti durante Inter-Bologna a risultato già definito.

Probabilmente l’unica analisi lucida è quella di Paolo Condò di Sky Sport, che ha parlato dei nerazzurri dopo lo 0-0 in Champions League: “L’Inter è stata apprezzabile finché ha avuto benzina, ma questa è finita presto. All’Inter oggi manca un piano B, quella qualità che ti permette di saltare l’uomo quando non sei più dominante fisicamente. Io Eriksen l’avrei messo prima, anche perché mancava un tiratore da fuori visto che dentro l’area lo Shakhtar ha difeso molto bene”.

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