Zafferano: tra proprietà tradizionali e nuove

Lo zafferano è una spezia ricca di proprietà benefiche, alcune più note ed altre meno, come la sua capacità di frenare lo sviluppo della sindrome di Stargardt, una grave forma di degenerazione maculare giovanile ereditaria.

Zafferano: tra proprietà tradizionali e nuove

Lo zafferano, pianta appartenente alla famiglia delle Iridacee, che si ricava dagli stigmi del fiore di Crocus sativus, è una delle spezie più preziose esistenti al mondo, utilizzata non solo in ambito culinario ma anche in medicina.

In ambito culinario è ingrediente principale di famosissimi piatti come la paella spagnola, il risotto alla milanese e la bouillabaisse francese. In ambito medico/scientifico invece viene utilizzato come:

  • espettorante
  • sedativo
  • per la prevenzione dell’asma
  • per ridurre i sintomi della sindrome pre mestruale
  • per il controllo dell’ipertensione
  • per il trattamento delle bronchiti
  • per il trattamento dell’insonnia
  • per il potenziamento della memoria

Tutte queste proprietà benefiche sono legate al fatto che lo zafferano è uno degli elementi più ricchi di carotenoidi (crocetina, α-crocina, picrocrocina e safranale) che danno il caratteristico colore giallo-oro alle pietanze, e di vitamine A, B1 (tiamina) e B2 (riboflavina).

Ad oggi oltre il 90% della produzione mondiale di zafferano proviene dall’Iran, ma anche il nostro Paese contribuisce in parte con coltivazioni in regioni quali Sardegna, Toscana, Abruzzo, Umbria e Marche.

Inoltre, secondo un recente studio clinico, coordinato da Benedetto Falsini, professore associato dell’Istituto di Oftalmologia all’Università Cattolica, lo zafferano sarebbe anche efficace contro la sindrome di Stargardt, perché sarebbe in grado di frenarla.

La sindrome di Stargardt è una forma di degenerazione maculare giovanile ereditaria, causata da mutazioni del gene chiamato ABCA4, che comporta l’accumulo di materiale di scarto nella retina ed è caratterizzata dal calo della vista a causa della perdita dei coni; sfortunatamente non si può correggere né con le lenti, né con la chirurgia.

Nell’ambito di questa ricerca, pubblicata sulla rivista “Nutrients”, sono stati presi in considerazione 31 pazienti affetti dalla sindrome di Stargardt, trattati con 20 milligrammi al giorno di zafferano in compresse per sei mesi consecutivi. Per i successivi sei mesi i pazienti hanno invece assunto una sostanza placebo. I ricercatori hanno osservato che la funzione visiva si è mantenuta stabile durante i sei mesi di trattamento, mentre tendeva a deteriorarsi durante l’assunzione del placebo.

Dunque sembrerebbe essere una spezia dai mille benefici, tuttavia meglio evitare le dosi eccessive: 10 grammi di zafferano sono già sufficienti per provocare l’aborto nelle donne in gravidanza. Per questo e altri motivi gli esperti consigliano una dose massima giornaliera di zafferano pari a 1,5 grammi.

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