Semi di soia per prevenire i danni ai vasi sanguigni causati dalla Marijuana

Una nuova scoperta ha mostrato che un composto presente nei semi di soia aiutano a combattere gli effetti negativi della marijuana. Ecco come è stato svolto lo studio

Semi di soia per prevenire i danni ai vasi sanguigni causati dalla Marijuana

Chiunque ha sentito almeno una volta nella vita il termine marijuana. Si tratta della droga più diffusa al mondo che di solito è illegale, ma per utilizzi di tipo medico non lo è. Di solito, però, fumare questa droga comporta diversi problemi di salute, come ad esempio un aumento del rischio di infarto. Altri effetti collaterali riguardano l’irregolarità del battito cardiaco, ma questo vale principalmente quando si assumono farmaci contenenti il THC.

La marijuana come farmaco consente di combattere le sensazioni di nausea e il vomito causati dalla chemioterapia. In uno studio tenuto al College of Medicine dell’Università Nazionale di Taiwan è stato dimostrato, come in realtà, i semi di soia consentano di ridurre i danni ai vasi sanguigni provocati proprio dalla marijuana. 

Semi di soia per i danni della marijuana

Per la ricerca sono state usate delle cellule che simulano i vasi sanguigni, chiamate endoteliali che derivano da cellule staminali provenienti da 5 persone sane. Queste particolari cellule, esposte al THC, causano danni ai vasi sanguigni che avrebbero comportato delle malattie cardiovascolari. Tuttavia, bloccando tramite il JW-1 l’accesso al recettore CB1 questi effetti venivano meno. 

La cosa interessante è che il JW-1 è un composto antiossidante che si trova nei semi di soia. Alcuni test passati erano stati effettuati per tentare di bloccare il CB1, tuttavia erano sorti alcuni problemi. Il farmaco proposto, infatti, portava come effetto collaterale dei problemi psichiatrici e dunque è stato ritirato dal mercato. 

Ciò significa che comunque, prima di utilizzare la marijuana per scopi sanitari, è bene consultare prima il medico, perché si potrebbero venire a creare degli effetti negativi sulla salute soprattutto se è già presente una malattia cardiovascolare. La scoperta potrebbe aprire la strada verso l’invenzione di nuovi farmaci per contrastare i problemi cardiovascolari, ma ci vorrà ancora del tempo dal punto di vista della burocrazia.

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