Quali sono le coppie che durano più a lungo? Questo interrogativo dalla derivanza atavica cela in sé una moltitudine di risposte pressoché infinita, data la sua intrinseca trasversalità: potremmo affermare senza timore di smentita che esistono tante risposte basiche (senza dove scendere in digressioni sulle opinioni dei singoli) quante coppie esistono al mondo.
Perché ogni relazione in fondo ha il suo perché, ed i suoi attori rimangono insieme per motivi specifici e non interamente replicabili. Certo, le esigenze della pressione sociale riducono il campo delle motivazioni a fattori standardizzati che possono facilmente contestualizzare le dinamiche di qualsivoglia genere di relazione, e questa è cosa utile specialmente nell’ambito delle analisi sociologiche.
Ma quando si guarda ai sentimenti, quando si va oltre l’apparenza, non si può ignorare il fatto che l’amore non fa statistica: ogni relazione sentimentale è, di fatto, un universo a parte, per quanto possa essere accomunata ad altre “simili” attraverso un’analisi dei rispettivi punti chiave. Al netto di queste considerazioni può esistere un segreto, una sorta di verità universale, capace di far durare le coppie potenzialmente in eterno (o meglio, fino alla fine dei rispettivi giorni)?
Anche in questo caso la risposta è semplice: chiaramente no. Ma esistono, come detto in precedenza, fattori comuni che possono essere studiati e misurati, e che forniscono ai ricercatori la capacità di contestualizzare le varie relazioni ed analizzare eventuali dinamiche comuni vincenti o fallimentari, ovviamente tenendo ben presente la legge dei grandi numeri.
E da questo punto di vista, all’interno del The Journals of Gerontology Series B: Psychological Series è stato pubblicato un articolo tanto interessante quanto, per certi versi, bizzarro. Il materiale in questione altro non è che il risultato di una ricerca che ha incrociato i dati raccolti negli ultimi 10 anni relativi a 2.767 coppie, rigorosamente sposate (mediamente da più di 30 anni) ed over 50. Lo scopo? Capire cosa le abbia fatte durare così a lungo, ovviamente.
Si trattava dunque di identificare un potenziale denominatore che potesse aiutare psicologi e sociologi ad isolare eventuali condotte vincenti nell’ambito delle relazioni amorose. Ed il risultato ha lasciato i ricercatori di sasso. Chi già immaginava che il segreto per un amore duraturo potesse risiedere nelle tenerezze, piuttosto che in lunghe passeggiate romantiche, nel tempo trascorso in famiglia insieme o finanche nel celeberrimo “teorema” di Marco Ferradini, non potrà che rimanere deluso.
Perché a quanto pare, ciò che accomuna gran parte delle coppie prese in analisi non si rifà direttamente né alla famiglia né alle dolcezze, o ad un qualche curioso stratagemma cervellotico; tutto sta invece nel consumo di alcool insieme. In altre parole, sbronzarsi tra partner (con moderazione, s’intende) in qualche modo cementifica il rapporto di coppia.
Ciò non significa ovviamente che ubriacarsi tutte le sere sia la chiave per una relazione vincente, ma piuttosto che le coppie che durano più a lungo, si sono dimostrate essere quelle che bevono alcolici (a prescindere che si tratti di vino, di cocktail, di un buon bicchiere di rum o di altre bevande contenenti alcool) – e lo fanno in quantità simile.
Del clamoroso quanto inaspettato risultato ha parlato così la dottoressa Kira Birditt, co-autrice dello studio, la quale ha voluto precisare quest’ultimo concetto: “Il segreto non è nella quantità, ma nella condivisione di piacevoli momenti. Raccomandiamo comunque di moderare le quantità, perché l’abuso di alcol può avere ripercussioni negative sulla coppia“.
Insomma, tra le tante verità ancestrali che i sedicenti guru dell’amore dispensano a buon mercato, chi si aspettava che un fattore del genere potesse essere così rilevante? E invece, la scienza ora lo conferma: al di là di baci e carezze, farsi qualche drink insieme in allegria – dati alla mano – allunga il matrimonio. Con buona pace degli astemi.