Attualmente è in corso una discussione piuttosto accesa sulla presunta pericolosità di alcuni alimenti, perlopiù prodotti per la colazione e snack, contenenti olio di palma, il quale produrrebbe degli effetti nocivi sulla salute umana.
L’olio di palma è un olio vegetale molto diffuso che viene prodotto soprattutto in Malesia ed Indonesia e che si ricava, come suggerisce il nome stesso, dalle palme da olio. Viene utilizzato in diversi settori industriali, tra cui quello alimentare, quello farmaceutico, quello cosmetico e quello energetico.
In questi settori si predilige l’uso dell’olio di palma piuttosto che quello di altri olii perché la quantità di terreno richiesta per la produzione del primo è di molto inferiore rispetto alla quantità necessaria per produrre gli stessi litri di altri tipi di olio. Infine, nel settore alimentare si preferisce l’olio di palma anche perché esso a temperatura ambiente ha una consistenza solida simile a quella del burro che rende più soffici gli alimenti (si pensi alle merendine).
In relazione a questo dibattito è stata organizzata anche una conferenza stampa, dal titolo “La verità, vi prego, sull’olio di palma”, per mostrare che forse l’olio di palma non fa cosi male alla salute come si crede (tesi sostenuta perlopiù dalle aziende alimentari). Infatti, sebbene l’olio di palma sia ricco di acidi grassi saturi (tra cui il palmitato), alcuni industriali, tra cui Paolo Barilla, smentiscono la sua capacità di generare patologie e sostengono l’idea secondo cui l’olio di palma sarebbe vittima di una campagna denigratoria, non supportata da alcuna dimostrazione scientifica.
Paolo Barilla ha infatti dichiarato: “L’olio di palma è un ingrediente di cui si sta molto dibattendo in questo periodo; come Aidepi (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) vorremmo che ci fosse un approccio corretto a questo ingrediente, senza demonizzazioni o prese di posizione a priori”. E ha aggiunto: “Noi usiamo solo olio di palma certificato ma se ci tolgono pure quello non sappiamo cosa mettere di meglio”.
Inoltre una recente ricerca, condotta su 1500 volontari di 15 Paesi diversi, sembrerebbe confermare la linea di pensiero sostenuta da Barilla, non essendo riuscita né a dimostrare la presenza di controindicazioni maggiori rispetto ad altri oli né a trovare alcun legame tra l’insorgenza di problemi cardiovascolari e l’uso dell’olio di palma.