Negli ultimi tempi l’avocado è sempre più un frutto alla moda. A decretarne il suo successo in tavola troviamo il suo apporto in termini di vitamine, sali minerali, antiossidanti e grassi vegetali classificati come “buoni”. Con essi vengono comunemente intesi i grassi monoinsaturi, molto utili per mantenere in salute il cuore. Per tutte queste ragioni, è da molti considerato un super-fruit o super-alimento.
Se in molti già conoscono il suo notevole apporto di vitamine come la B9, C, E e K1, in pochi però sanno che anche il seme sarebbe edibile. Tra le altre cose, anch’esso contiene diverse sostanze utili al nostro organismo. Le ricerche indicano che il 70% degli antiossidanti dell’intero frutto siano contenute proprio nel seme. Per poterlo consumare sarebbe sufficiente rimuovere la pellicola marrone che lo riveste; a quel punto il contenuto potrà essere grattuggiato, oppure schiacciato con un martello.
Ed è proprio il seme una delle curiosità di questo frutto arrivato sulle nostre tavole direttamente dalla preistoria. A nominare questo periodo, la prima cosa che ci verrà in mente saranno i mastodontici dinosauri che per oltre 160 milioni di anni dominarono il mondo. Ad accompagnarli in questo lunghissimo arco di tempo era presente anche una tipica vegetazione, ad oggi quasi del tutto scomparsa. Quasi del tutto in quanto qualcosa è comunque giunto sino ad oggi.
Ed è questo il caso dell’avocado, frutto che rispetto a molti altri non si è quasi per nulla evoluto, rimanendo del tutto simile a quello esistente milioni di anni fa. Pur rischiando l’estinzione è però riuscito a sopravvivere, arrivando intatto fino ai giorni nostri. Ma come sarebbe stato possibile?
Il problema dell’avocado risiede proprio nel suo seme. Quest’ultimo è solitamente strutturato in modo tale che possa essere mangiato dagli animali e defecato in un luogo lontano. In questo modo la pianta ha la possibilità di nascere in un luogo differente, garantendo la sopravvivenza della specie. L’unico inconveniente è che al giorno d’oggi quale animale sarebbe in grado di mangiare un seme gigante come quello dell’avocado? Probabilmente quasi nessuno. Ma nella preistoria la situazione era completamente diversa. In quell’epoca un frutto come l’avocado poteva essere facilmente mangiato dai grandi rettili che popolavano il nostro pianeta.
A questo punto c’è da domandarsi come sia possibile che il frutto non si sia estinto. Gran merito sarebbe dell’uomo, che ritrovandone alcune piante sopravvissute ed intuendone le potenzialità, ha incominiciato a coltivarle. Diversamente il frutto si sarebbe probabilmente estinto in quanto velenoso per cani, gatti, ovini, equini ed uccelli. Per gli animali domestici, superate determinate quantità potrebbe addirittura causare la morte.