Uno studio norvegese ha rivleato che le persone anziane impegnate per almeno tre ore a settimana in un’attività fisica aumentano di cinque anni la prospettiva di vita. Lo studio è terminato nel 2012, ed è andato avanti per circa dodici anni. E’ stato condotto su 5738 norvegesi nati tra il 1923 e il 1932. L’esito dello studio è stato pubblicato sulla rivista British Journal of Sport Medicine, e ha rivelato che fattori come la durata e l’intensità dell’attività fisica praticata determinano la prospettiva di allungamento della vita.
In pratica, un’attività regolare riduce del 40% la mortalità, ma per avere dei risultati concreti è necessario superare i sessanta minuti, mentre un’attività intensa permette di ridurre maggiormente il rischio che si attesta tra il 27 e il 39%. E’ risaputo che l’attività fisica ha benefici sul sistema cardiovascolare, e a questo proposito i ricercatori dell’Oslo University Hospital e della Norwegian School of Sport Sciences spiegano: “Tuttavia, abbiamo visto che tale associazione esiste anche le malattie non cardiovascolari. Quindi, l’attività fisica sembra avere degli effetti su molti sistemi di organi e proteggere gli individui da morte prematura anche in tarda età”.
Secondo i dati ISTAT, gli italiani inattivi sono almeno il 42%, pari ad oltre 24 milioni di persone, e degli over 65 il 60,7% svolge vita sedentaria, una cifra pari ad oltre 7 milioni e mezzo di anziani. L’Oms raccomanda agli anziani di praticare attività fisica ma pochi mettono in pratica questo suggerimento. L’attività che dovrebbero svolgere gli over 65 dovrebbe essere composta da almeno 150 minuti alla settimana di attività aerobica se praticata con meno intensità, o 75 minuti se invece l’attività è intensa, della durata di almeno dieci minuti per sessione.
I ricercatori sostengono: “Anche ad un’età così avanzata come 73 anni è impressionante l’associazione tra attività fisica e riduzione della mortalità”, e sono anche convinti che i medici dovrebbero incoraggiare gli anziani a intraprendere attività fisica. Servirebbero campagne dedicate all’attività proprio come si fa con il fumo, e si dovrebbe anche inserire l’attività fisica nella dieta.