L’anti-dieta: si mangia ciò che si preferisce perdendo peso

L'anti-dieta è un regime alimentario, messo a punto negli anni 90 che si focalizza sulla soddisfazione di ciò che si mangia, senza tenere il conteggio delle calorie

L’anti-dieta: si mangia ciò che si preferisce perdendo peso

Pare sia ritornato di moda il concetto dell’anti-dieta, realizzato negli Stati Uniti da due dietologhe, Evelyn Tribole ed Elyse Resch, nel 1995. L’anti-dieta viene definito così, perchè a differenza delle solite diete non prevede un menù prestabilito, ma mette al primo posto ascoltare il proprio corpo. Nell’anti-dieta bisogna concentrarsi sulle sensazioni che emergono quando si mangia un determinato alimento, acquistando così la consapevolezza enterocettiva, ovvero la capacità di imparare a capire, in modo obiettivo, la sensazione che ci trasmette un determinato cibo.

Le due dottoresse hanno basato il concetto dell’anti-dieta su 10 principi. Il primo punto riguarda la riscoperta della soddisfazione quando si mangia, in quanto se non si prova soddisfazione e piacere quando si mangia è difficile poi rimanere in forma. Al secondo punto c’è il rifiuto mentale della dieta, bisogna liberarsi mentalmente da tutte le solite indicazioni che vengono date dalle varie diete e soprattutto quelle che promettono il dimagrimento in un periodo molto breve.

Al terzo punto c’è il rispetto per la propria fame, tendendo l’organismo biologicamente alimentato con carboidrati sani, così da evitare attacchi di fame che non aiutano a mantenere il peso. Il quarto principio si basa sul fare pace con il cibo, la maggior parte delle diete vieta di mangiare determinati cibi, portando così a delle voglie continue che in alcuni casi culminano in delle abbuffate non proprio salutari.

Il quinto principio invita a sfidare la “polizia del cibo”, ovvero bisogna ignorare le approvazioni o le disapprovazioni in base agli alimenti che si sceglie di mangiare, ciò è importante per abbandonare i sensi di colpa. Il sesto principio si basa sull’ascoltare la propria sazietà, tra un boccone e l’altro bisogna chiedersi se è buono ciò che si sta mangiando e a che punto è la fame.

Il settimo principio invita a gestire le proprie emozioni con gentilezza, bisogna ricordarsi che ogni qualvolta avvertiamo un sentimento negativo, non è nel cibo che troviamo la soluzione. L’ottavo principio invita al rispetto del proprio corpo, tenendo ben presente le proprie caratteristiche fisiche, bisogna imporsi degli obiettivi realistici da raggiungere.

Al nono punto c’è il movimento inteso come ascolto del proprio corpo e non solo come attività per la perdita di peso. Infine, il decimo principio si basa sulla nutrizione delicata, ovvero per perdere peso non c’è bisogno di mangiare sempre in modo sano e non sono i singoli spuntini a far aumentare in modo drastico il peso.

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