Una donna, per essere definita bella, deve essere obbligatoriamente magara e slanciata?
A questa domanda, l’Uganda risponde con un sonorosissimo NO e decide di indire un contest dedicato alle donne più formose, oggi conosciute sotto la categoria di curvy (ammesso e non concesso che le persone siano divisibili in categorie).
La vincitrice è Mariam Namukasa, una donna di trentaquattro anni che insegna all’asilo con quattro figli e del peso di 132 kilogrammi. Ora si sente bellissima anche se non è stato per nulla facile per lei riuscire ad accettare il proprio corpo e le proprie forme. “Ho provato di tutto” afferma, ma non è mai riuscita a perdere peso; è una questione di genetica, aspra e difficile da sopportare. Non solo per lei, ma anche per il marito, che vedendola prendere peso non ha esitato ad abbandonarla, rompendo il suo cuore e quello dei figli.
Ma Mariam tramite il contest ha trovato il suo modo per riscattarsi. E ce l’ha fatta a vincere, non solo nei confronti dell’uomo che l’ha trattata come spazzatura ma anche verso se stessa. Piano piano, infatti, ha cominciato ad apprezzarsi nuovamente tanto da esordire nel suo discorso di ringraziamento così: “Sono qui. Sono bellissima. Sono sexy.”
Da subito poi ha desiderato infondere fiducia alle donne che, come lei, si sentono vittime del proprio corpo: “Credete in voi stesse. Iniziate stasera. Diffondete amore.” Infine per rafforzare il proprio messaggio, la vincitrice chiude con una vena fortemente ironica ed incisiva: “A tutte voi donne plus size. Peso 132 chili e sono flessibile. Molto flessibile.”
Quella di Miriam è la storia di un successo. Una storia che intende insegnare a molte donne a contemplare il proprio corpo come la propria forza, senza lasciare che nessuno ne svaluti le qualità. Perchè non cìè nulla di più bello che amare se stesse senza dover rendere conto a nessuno.