Una donna elegantemente truccata è senza alcun dubbio affascinante e bella. E se vi dicessi che non è affatto da escludere che sia anche molto intelligente? Secondo una ricerca condotta di recente dalla Harvard Medical School in collaborazione con l’Università di Chieti, infatti, pare che l’atto del truccarsi abbia un impatto non indifferente sulla mente.
Nello studio sono state coinvolte ben 186 ragazze, suddivise poi in tre differenti gruppi da 62 partecipanti ciascuno. Ad ogni gruppo è stato chiesto di svolgere una determinata attività prima di sostenere un test di psicologia generale a risposta multipla. Nello specifico, il primo gruppo ha dovuto ascoltare un brano musicale piuttosto allegro, il secondo è stato impegnato nel colorare un disegno di un volto mentre al terzo è stato chiesto semplicemente di truccarsi.
Il risultato è stato che l’ultimo gruppo, quello, cioè, composto dalle ragazze che si sono dilettate con il make-up, ha fornito le migliori risposte al test, ottenendo voti più alti. Da questo, la ricerca ha dedotto come l’atto del truccarsi abbia dei potenti effetti positivi sulla mente dato che agisce stimolando la consapevolezza di sé e l’autostima e questo, di conseguenza, potenzia moltissimo le capacità cognitive.
Tale esperimento ha, così, dimostrato che è possibile applicare il cosiddetto “lipstick effect“, che letteralmente significa “effetto rossetto”, anche allo studio o al lavoro. In passato è già stato dimostrato che una buona dosa di autostima è strettamente collegata con delle ottime performance, scolastiche o professionali che siano; se il make-up, grazie alla sua capacità di migliorare l’aspetto fisico e la percezione di sé, contribuisce, e non poco, ad aumentare l’autostima, ciò significa che il trucco può essere un valido aiuto nel raggiungimento dei propri obiettivi.
Se consideriamo, infine, che le attività svolte dagli altri due gruppi non avevano alcun impatto sull’aspetto estetico, possiamo dedurre che le capacità cognitive di una persona sono strettamente connesse con la percezione della bellezza che essa ha di sé e che le emozioni, come quelle che l’arte o la musica possono dare, non sono l’unico motore per il suo sviluppo intellettivo.