Un’azienda indiana, la Faborg, ha recentemente diffuso i risultati di un’importante ricerca: da un vegetale sarebbe stato possibile ricavare un tessuto con proprietà simili alla lana, ma di derivazione completamente vegetale. La pianta utilizzata, che si chiama Calotropis, è generalmente considerata un’infestante dato che cresce spontaneamente ai margini dei campi agricoli, e viene impiegata per merito delle sue fibre cave, leggere e resistenti. Il tessuto ottenuto dalla lavorazione della Calotropis è stato presentato, nei giorni scorsi, al Future Fabrics Expo: la fiera dei nuovi materiali, che si svolge a Londra.
La pianta, originaria del Nord Africa e dell’Asia Meridionale, è composta da fiori, steli e baccelli; gli ultimi due verrebbero utilizzati dalla Faborg, insieme a del cotone, al fine di produrre tessuti completamente vegetali. I prodotti realizzati con le fibre tratte dai baccelli risultano morbidi, ideali per la confezione di abbigliamento leggero e caldo; mentre i tessuti impostati usando la fibra degli steli vengono impiegati per tappezzerie ed altra biancheria casalinga.
L’azienda spiega come, tali tessuti vegani, vengano realizzati con il 70% di cotone organico ed il 30% di fibra Vegan Wool. Tale filato, già impiegato nella collezione del marchio tedesco Infantium Victoria, che tratta abbigliamento per bambini, presenterebbe numerosi vantaggi: la pianta, per crescere, non necessita di cure umane e consente di risparmiare 900 litri d’acqua rispetto alla coltivazione del cotone. Inoltre, la coltivazione della Calotropis, consentirebbe di convertire terreni aridi ed inutilizzabili a zone redditizie per gli agricoltori.
La fondatrice dell’azienda, Shankar, nata in una comunità di tessitori di Devanga, ha deciso di staccarsi dall’attività di famiglia per crearne una tutta sua, attenta a produrre filati etici e sostenibili. L’idea sarebbe nata osservando il comportamento degli uccelli nettarini: Shankar, osservando fuori dalla finestra del suo ufficio, avrebbe notato che i volatili si mostravano molto attratti dalla Calotropis. Dopo essersi informata, la donna, avrebbe affermato che gli uccelli userebbero le fibre di questa pianta per costruire i loro nidi a goccia, resistenti ed appesi agli alberi.
Dopo cinque mesi dalla scoperta, la Faborg, ha presentato il suo primo tessuto completamente vegano e, sebbene sia presto per pensare ad un vero e proprio lancio sul mercato, i tessitori utilizzano già le fibre per la realizzazione di abiti. La stessa Shankar, inoltre, afferma che gli indumenti creati con la Weganool, presentano maggiore durevolezza nel tempo: essi, infatti, non si restringerebbero dopo i lavaggi.