Un enorme iceberg si è distaccato dall’Antartide

Si è staccato dalla costa orientale dell'Antartide un pezzo di iceberg di 5.800 Km quadrati monitorato già da mesi, da quando si verificò una frattura nel ghiaccio arrivata adesso a quasi 200 Km.

Un enorme iceberg si è distaccato dall’Antartide

Dalla costa orientale dell’Antartide si è distaccato un blocco di ghiaccio dalle notevoli dimensioni: circa 5.800 Km quadri, ovvero una superficie più grande della regione Liguria. L’evento in questione si è verificato tra il 10 ed il 12 luglio e l’enorme blocco di ghiaccio è stato subito individuato e classificato come uno dei 10 iceberg più grandi mai osservato dall’uomo. Lo spessore del suddetto blocco di ghiaccio varia tra i 200 e i 600 metri e si stima pesi mille miliardi di tonnellate.

Il blocco era tenuto sotto osservazione già da tempo dal Project MIDAS dell’Università di Swansea nel Galles, quando nel 2016 si verificò un’enorme frattura nella costa orientale della penisola antartica, una immensa regione di ghiaccio denominata piattaforma Larsen C di 50.000 Km quadri. La frattura nel corso degli ultimi mesi si è estesa fino a raggiungere i 200 Km ed inseguito ai recenti e veloci movimenti si è verificato il distacco di 5.800 metri quadri di ghiaccio dalla piattaforma, sottraendo a quest’ultima il 12% della sua estensione. 

Le prime immagini del nuovo iceberg formatosi e la ricostruzione digitale dell’accaduto sono state trasmesse in anteprima dalla NASA grazie alle osservazioni effettuate con il satellite Aqua creato apposta per i progetti di osservazione ambientali di ghiacci e acque di tutto il mondo. 

Il blocco di ghiaccio attualmente galleggia libero sul mare e non rappresenta un pericolo in quanto va verso lo scioglimento, il suo percorso è stato ipotizzato verso Nord fino al raggiungimento delle coste meridionali degli USA; mentre molta preoccupazione al livello ambientale viene rivolta verso la piattaforma C dalla quale è avvenuto il distacco, si ha paura infatti per una sua disintegrazione e per l’innalzamento del livello del mare che ciò provocherebbe.

Attualmente però si parla di disastro geologico e non ambientale e si cerca di ridimensionare l’accaduto a normali eventi naturali, anche se nell’ultimo decennio sono già due le piattaforme completamente disintegrate ed il processo prosegue con gli ultimi avvenimenti.

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