Torino, azione di Recommon e GreenPeace contro Intesa Sanpaolo

Ieri mattina a Torino la protesta simbolica degli attivisti Greenpeace e Recommon contro Intesa Sanpaolo vuole denunciare le politiche per nulla green del gruppo bancario

Torino, azione di Recommon e GreenPeace contro Intesa Sanpaolo

Ieri, 27 aprile, a Torino, attiviste e attivisti delle organizzazioni ambientaliste hanno simbolicamente chiuso 11 filiali di Intesa Sanpaolo, banca che vanta di essere tra le prime trenta a livello mondiale e la più grande a livello nazionale. L’azione di protesta atta nel rispetto delle norme di sicurezza connesse al Covid-19 e che per questo ha utilizzato degli adesivi raffiguranti persone che denunciano le politiche sbagliate del gruppo torinese. 

Inoltre, è stato consegnato emblematicamente a Intesa il premio di “Banca nemica del clima numero 1 in Italia”. La consegna è avvenuta durante un presidio davanti al quartiere generale del gruppo, poiché quest’ultimo solo nel 2020 si è impegnato nei confronti del settore fossile per 2,4 miliardi, fornendo un supporto incondizionato a petrolio e gas e ha preso impegni seppur deboli con sul settore del carbone.

Un gesto, quello della premiazione, messo in atto da Greenpeace e Recommon per rimarcare la differenza tra le comunicazioni della prima banca nazionale e i fatti, che risultano neri come carbone e idrocarburi. Per dare evidenza a quanto sostenuto le due associazioni ambientaliste, alla vigilia dell’assemblea dei soci del gruppo torinese, hanno pubblicato uno studio che mostra i legami finanziari della banca con il settore dei combustibili fossili.

Nonostante le evidenti relazioni tra crisi climatica e diffusione di eventi pandemici Intesa Sanpaolo ha continuato a sostenere il settore dei combustibili fossili, non ponendo alcun limite a finanziamenti e investimenti nella divisione oil&gas, comparto che contribuisce alla devastazione di ecosistemi fragili come l’Artico. 

Intesa Sanpaolo è un vero e proprio campione di greenwashing” dichiara Luca Iacoboni, responsabile Energia e Clima di Greenpeace. Concludendo, Iacoboni aggiunge: “la più grande banca nazionale contribuisce ad aggravare la crisi climatica, continuando a investire su gas, petrolio e carbone. Tutto questo mentre riempie tv, giornali e social media di pubblicità “green”, ingannando di fatto prima di tutto i suoi stessi clienti”.

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