Smog, 17 città italiane in pericolo nell’anno in corso

Lo smog è un grave problema che affligge numerose città del Bel Paese, in particolare quelle situate nel Centro-Nord. Legambiente ha stilato una classifica e proposto qualche soluzione al problema.

Smog, 17 città italiane in pericolo nell’anno in corso

L’Agenzia dell’Ue per l’ambiente (Eea) aveva espresso, non troppo tempo addietro, il suo timore riguardo la situazione dell’Italia in merito al problema dello smog. Difatti, secondo quanto ipotizzato dall’ente, l’Italia avrebbe ottenuto un risultato molto negativo tra i paesi membri dell’Ue e, a quanto sembra, le preoccupazioni erano abbastanza fondate.

Le città italiane impestate dallo smog, ossia i centri considerati “fuorilegge” per i livelli di Pm10 (la soglia di polveri autorizzata dalla legge), sono addirittura 17 dall’inizio dell’anno in corso. Questi dati sconfortanti emergono dalla classifica “Mal’aria“, stilata da Legambiente ed aggiornata al 31 marzo. Le città con una situazione peggiore sono: Torino, con 52 superamenti della soglia consentita per la salute (a fronte dei 35 consentiti), Rovigo con 50, Verona con 49, Cremona e Milano con 48.

Inoltre, un ulteriore primato negativo va al Veneto, l’unica regione nella quale tutti i capoluoghi di provincia hanno oltrepassato il limite, fatta eccezione per Belluno: ad esempio, Vicenza registra 47, Padova e Venezia 45. La classifica negativa include anche Pavia (44), Alessandria (43), Frosinone (43), Treviso (43), Ferrara (41), Mantova (41), Asti (39), Brescia (37), Lodi (37).

Di contro, il dato interessante è che la quasi totalità delle città “fuorilegge” sia situata nel centro-nord del paese, a testimonianza che il problema non si estende verso sud: difatti, nessuna città del Mezzogiorno rientra in questa classifica. In definitiva, secondo Legambiente sarebbe “urgente costruire l’uscita dalla mobilità inquinante per contrastare i cambiamenti climatici, ridurre lo smog e rendere più vivibili le nostre città“.

Però, per far ciò, è necessario incentivare l’utilizzo dell’elettrico, ancora troppo caro per la maggior parte della popolazione e particolarmente scomodo, a causa della penuria di colonnine per la ricarica. L’associazione ambientalista ha deciso di realizzare una petizione per chiedere al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di approvare in tempi brevi il decreto che autorizza, nei Comuni, la circolazione della micro mobilità elettrica, misura già inserita nella legge di bilancio ma rimasta ancora inattuata.

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