Consultando le conclusioni di State of the world’s birds, il rapporto frutto di una mappatura quinquennale portata a termine da Bird Life International, bisogna concludere che la sopravvivenza degli uccelli nel mondo sarebbe fortemente a rischio. Stando al contenuto del documento presentato dall’organizzazione non governativa inglese, che si batte per la conservazione delle varie specie aviarie e dei loro habitat, l’estinzione dei volatili sta procedendo a ritmo incessante, coinvolgendo non solo le razze più in pericolo, ma anche quelle più comuni.
Delle 11mila specie esistenti, oltre il 40% sta conoscendo un rapido declino, mentre il 12% è ad un passo dall’estinzione. A fronte di tutto ciò, la zona dove il fenomeno si manifesta con tutta la sua gravità è il Nord America. Un dossier pubblicato solo qualche mese fa su Science, arriva a concludere che negli ultimi 50 anni è scomparso il 29% di tutti i volatili, un valore che equivale a circa 3 miliardi di esemplari.
Ma saremmo solo agli inizi: due terzi dell’attuale popolazione sarebbe a rischio a causa delle devastanti conseguenze del climate change. Se in America si piange, in Italia di certo non si gioisce. Anche qui un terzo di tutti gli uccelli selvatici si trova in una situazione di forte vulnerabilità. Maggior attenzione viene poi riposta su sei specie tra cui il grifone, che salvo inaspettati cambi di rotta, sono destinate ad estinguersi nel giro di qualche anno.
Gli scienziati pur ricordando che l’estinzione debba essere considerata un avvenimento naturale, lanciano però l’allarme sulla moltitudine di specie che vengono cancellate per sempre dalla faccia della Terra. Secondo i paleontologi, ogni vertebrato avrebbe la possibilità di sopravvivere per un periodo massimo di tre milioni di anni. Con il trend degli ultimi decenni, l’aspettativa si è ridotta sensibilmente arrivando ad essere pari a soli 5mila anni.
Gli sconvolgimenti climatici e le ripercussioni sulla catena alimentare, di fatto sterminano un gran numero di volatili che non riesce a sopravvivere alle condizioni di vita sempre più proibitive. Il disboscamento, i pesticidi, il bracconaggio, gli incendi e le ondate di calore aumentate del 54% in poco più di 90 anni, di fatto oltre a modificare le rotte migratorie, stanno svuotando i cieli dagli uccelli, che con questo trend rischiano di diventare una rarità già nel 2030.