Riscaldamento globale: ghiacciaio grande come Firenze si stacca dalla Groenlandia

Dopo essersi spaccato, un enorme blocco di ghiaccio grande quanto la città di Firenze si è staccato dalla Groenlandia. Per gli scienziati è l’ennesima dimostrazione che il cambiamento climatico è un fenomeno nei riguardi del quale non si può più far finta di nulla.

Riscaldamento globale: ghiacciaio grande come Firenze si stacca dalla Groenlandia

Dopo essersi spezzata in più punti, un’enorme sezione di ghiaccio grande 110 chilometri quadrati si è definitivamente staccata dalla Groenlandia. Tale porzione che faceva parte della più estesa piattaforma Nioghalvfjerdsfjorden lunga circa 80 chilometri e larga 20 (conosciuta anche con la sigla N79), ha dimensioni paragonabili a quelle di Firenze o del lago di Bolsena, il quinto specchio d’acqua più grande  d’Italia.

Per gli scienziati che lo hanno scoperto, quanto accaduto sarebbe l’ennesima dimostrazione di quali siano le reali conseguenze del cambiamento climatico. Jenny Turton, climatologa in forza presso l’Institut fur Geographie della Friedrich-Alexander Universitat Erlangen-Nurnberg (FAU), ha precisato che il distaccamento non è affatto una sorpresa. Come da lei aggiunto, “in questa regione l’atmosfera si è riscaldata di circa 3 gradi centigradi dal 1980 e negli ultimi due anni sono state registrate temperature record”.

L’enorme massa di ghiaccio ha preso il largo lo scorso 24 luglio, ma le immagini satellitari diffuse dall’Agenzia Spaziale Europea, hanno permesso di confermarlo in maniera inequivocabile solo in questi giorni. La progressiva disintegrazione dell’Artico diventa quindi un aspetto che non può più essere preso sottogamba, e che dovrebbe allarmare l’intera comunità internazionale.

Come spiegato dalla scienziata, il distaccamento è la naturale conseguenza del processo di idrofratturazione. In altre parole l’acqua insinuandosi tra i crepacci, crea delle fratture che a lungo andare rompono il ghiaccio. Con ciò bisogna intendere che queste masse gelate sarebbero attaccate su più fronti, non solo dall’atmosfera sempre più calda, ma anche dall’innalzamento delle temperature delle acque degli oceani che entrano in contatto con i blocchi stessi.

Gli studi più recenti aggiornati all’anno scorso, identificano nel 2019 l’annus horribilis dello scioglimento della calotta glaciale artica, che in soli 12 mesi avrebbe perso qualcosa come 530 miliardi di tonnellate, quantità più che sufficiente per innalzare il livello globale dei mari di 1,5 millimetri.

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