Paulownia, la pianta antismog che pulisce l’aria

Secondo la Coldiretti di Padova, la Paulownia è la specie migliore per ripulire l'aria delle nostre città da anidride carbonica e polveri sottili in tempi molto brevi.

Paulownia, la pianta antismog che pulisce l’aria

La Paulownia è una pianta originaria della Cina e del Giappone, ma che si adatta bene a qualsiasi tipo di clima e suolo. È una pianta ad alto fusto che cresce molto velocemente, raggiungendo circa 15-20 metri di altezza. È una specie che non ha bisogno di trattamenti chimici per crescere, dopo 5-6 anni le piante possono essere tagliate per ricavarne un legno leggero, elastico e resistente.

Secondo la Coldiretti di Padova la Paulownia è la specie migliore per ripulire l’aria delle nostre città. Infatti, la pianta è in grado di ripulire 30 chilogrammi di anidride carbonica e un ettaro di coltivazione di Paulownia potrebbe assorbire 32 tonnellate di Co2 in un anno.

Il presidente della Coldiretti di Padova, Massimo Bressan, ha dichiarato che stanno lavorando da circa due anni per creare una rete di imprese di produzione di Paulownia per raggiungere tre obiettivi. Il primo di questi è realizzare una filiera del legno, in quanto la sua leggerezza è ideale per la costruzione di mobili, arnie, navi e posate ecosostenibili che possono sostituire quelle di plastica.

Il secondo obiettivo da raggiungere è aiutare le popolazioni delle api; i fiori lilla che crescono da maggio a giugno, dal terzo anno di vita della pianta possono produrre 5 quintali di miele per ettaro, con giovamento delle api che si ritrovano in un ambiente sano, dato che le piante non hanno bisogno di trattamenti chimici per crescere.

Il terzo obiettivo è appunto ripulire l’aria da anidride carbonica e polveri sottili. Infatti, le grosse foglie a forma di cuore, che possono arrivare a misurare 80 centimetri, sono in grado di assorbire un gran quantità di Co2 sin dai primi mesi di vita. Bressan, precisa che attualmente nella regione Veneto sono coltivate poco più di 200 ettari di Paulownia, di cui solo 50 nella città di Padova, ma ci sono tutte le potenzialità per far crescere la filiera.

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