Overshoot Day: con oggi l’uomo ha sfruttato tutte le risorse rese disponibili dalla Terra per il 2018

Con il primo agosto si celebra la triste ricorrenza dell’Overshoot Day, momento che coincide con il giorno in cui sono state consumate tutte le risorse che la Terra è stata in grado di renderci disponibili per l’anno 2018.

Overshoot Day: con oggi l’uomo ha sfruttato tutte le risorse rese disponibili dalla Terra per il 2018

È un dato incontrovertibile che l’uomo stia utilizzando in maniera sprezzante le risorse disponibili sul nostro pianeta. Ma a livello di cifre, a quali sacrifici staremmo sottoponendo la Terra proseguendo con la nostra dissennata opera di saccheggio?

Secondo gli esperti del Global Footprint Network, il primo agosto altro non è che l’Overshoot Day, ossia il giorno in cui l’umanità ha consumato tutte le risorse che la Terra è stato in grado di generare per l’anno 2018. La data odierna sarebbe quindi un simbolico spartiacque: da domani 2 agosto entreremmo in una fase di “deficit” che durerà fino alla fine dell’anno. In questo periodo utilizzeremmo più del dovuto, ossia più di quanto la Terra è normalmente in grado di generare con i suoi ritmi naturali.

Detto in altre parole l’umanità è come se stesse utilizzato quanto potrebbero fornire 1,7 Terre. Secondo i calcoli degli analisi del Global Footprint Network, il nostro pianeta sarebbe andato per la prima volta in overshoot durante il 1970. Da quella data il giorno del sovra-sfruttamento è arrivato sempre più presto, causando una progressiva quanto inevitabile distruzione di tutto quanto reso disponibile dal nostro pianeta.

Questo degrado è oggi arrivato a costare più del 10% del prodotto lordo mondiale. Tutto ciò ha delle evidenti ricadute sul benessere di almeno 3,2 miliardi di persone, e allo stesso tempo compromette la biodiversità e la sopravvivenza di moltissime specie viventi. Non a caso nel 2014 solo il 25% della superficie complessiva delle terre emerse era rimasta inalterata al suo stato naturale. E si stima che nel 2050 questa percentuale di ridurrà ulteriormente raggiungendo il 10%.

Questo non significa però che mari e oceani se la passino meglio, anzi, secondo lo studio “The Location and Protection Status of Earth’s Diminishing Marine Wilderness” apparso sulla rivista scientifica “Current Biology”, solo il 13,2% di tutti gli oceani mantiene la propria situazione naturale denominata in ambito scientifico con il termine “wilderness”. Da qui urge un drastico cambiamento di rotta, diversamente ad essere in grave pericolo sarebbe la nostra stessa sopravvivenza.

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