Mangiare meno carne rossa aiuta la nostra salute e quella del pianeta

Un rapporto pubblicato dal World Economic Forum ribadisce come una dieta a basso contenuto di carne rossa garantisca dei vantaggi non solo sulla salute dell’uomo ma anche su quella del pianeta. Fondamentale diventa seguire una dieta basata su proteine alternative.

Mangiare meno carne rossa aiuta la nostra salute e quella del pianeta

Da anni sotto accusa per la sua presunta pericolosità, la carne rossa è additata per le sue conseguenze non solo sulla nostra salute, ma anche su quella dell’intero pianeta. Oltre a poter contribuire ad incrementare i rischi di malattie come ictus, diabete, Alzheimer e altre patologie al cuore, ai reni, ai polmoni e al fegato, la produzione di carne rossa ha anche un non indifferente impatto sull’ambiente.

L’allevamento del bestiame, che immette grandi quantità di gas serra nell’atmosfera, necessita di vaste aree adibite al pascolo. Questa attività ha altresì bisogno di grandi spazi che vengono sottratti alle foreste, oltre che ad una notevole quantità di acqua necessaria per il sostentamento del bestiame.

La conclusione che si può trarre è molto semplice: modificare il proprio stile alimentare migliora la salute dell’uomo e dell’ambiente. In conseguenza di ciò, con l’ultimo World Economic Forum è stato lanciato un rapporto in cui sono stati descritti i vantaggi che si possono conseguire seguendo un’alimentazione basata su proteine alternative alla carne.

Nello stesso dossier si sostiene che qualora si diminuisse il consumo di carne rossa, i decessi a livello planetario potrebbero diminuire del 2,4%, percentuale che nei paesi più ricchi potrebbe raddoppiare attestandosi al 5%. Sul tema anche la rivista Lancet ha recentemente sottolineato l’importanza di tutto ciò che portiamo a tavola. Sotto questo punto di vista, entro il 2050 sarà necessario ridurre del 50% il consumo di carne rossa e zuccheri. Per salvare il pianeta, sempre entro la metà del secolo sarà necessario aumentare la produzione di frutta, verdura, legumi e noci.

Proprio in vista del raggiungimento di questo obiettivo, Lancet ha voluto lanciare quella che ha definito la “dieta universale“. Questo regime alimentare prende come spunto la dieta mediterranea nella versione frugale, ovvero quella praticata in Grecia fino alla metà del secolo scorso. La dieta universale prevede l’assunzione di cereali integrali, frutta, verdura, legumi, oltre che una moderata assunzione di latticini, pesci e noci.

Carni e zuccheri sono ammessi, ma sempre in quantità molto limitate. Il tutto deve essere poi accompagnato da una maggiore attenzione verso gli sprechi, in modo tale da ridurre al minimo l’impatto ambientale, a tutto vantaggio della sopravvivenza delle biodiversità.

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