Le Ong ambientaliste dicono basta alla presenza di olio di palma nel biodiesel

Dopo essere finito sotto accusa come ingrediente nocivo per la salute, le ong ambientaliste chiedono di eliminare l’olio di palma anche dal biodiesel, il gasolio comprensivo di una componente vegetale, ideato per ridurre le emissioni inquinanti.

Le Ong ambientaliste dicono basta alla presenza di olio di palma nel biodiesel

L’olio di palma è senza dubbio l’ingrediente più vituperato degli ultimi anni. L’industria alimentare, conscia delle innumerevoli polemiche scatenate da questo olio vegetale, è corsa ai ripari eliminando dalle proprie ricette questo componente considerato alla stessa stregua di un veleno. Eppure l’olio di palma non è utilizzato solo nel settore alimentare.

Una direttiva comunitaria del 2009 ne ha previsto l’utilizzo anche nelle auto alimentate a gasolio e, più precisamente, come componente di quello che viene definito biodiesel. Questo tipo di carburante è nato con l’esigenza di ridurre le emissioni inquinanti dei carburanti fossili. In altre parole il combustibile viene allungato con degli oli vegetali che dovrebbero contrastare il problema dello smog.

Da qui il 51% di tutto l’olio di palma che entra all’interno della UE viene indirizzato alla fabbricazione del biodiesel. In Italia questa percentuale ha raggiunto addirittura il 95%, complice il fatto che sempre meno industrie alimentari lo richiedono per la realizzazione dei loro prodotti. Ad oggi però molte ong mettono in discussione il ruolo dell’olio di palma come combustibile.

Uno studio del 2015 commissionato dall’UE, è arrivato alla conclusione che questo olio sia addirittura più inquinante del petrolio. La ragione è semplicemente una: per la sua produzione è necessario disboscare enormi foreste, localizzate specialmente in Malesia e Indonesia. Alla luce di questa premessa, diverse ong, tra cui l’italiana Legambiente, hanno lanciato la campagna #NotInMyTank (non nel mio serbatoio). A favore del bando di questo combustile si è schierata anche la lobby dell’etanolo, il biofuel concorrente a quello in cui compare l’olio di palma.

Per quest’ultimo si apre così l’ennesima aspra battaglia, con la quale si spera di renderlo sempre meno di uso comune. Tenendo però conto che il governo indonesiano ha rivelato che l’olio di palma ha permesso di far uscire dalla povertà ben 10 milioni di persone, la Commissione Europea sarebbe intenzionata non tanto a sostenere un divieto integrale, ma più semplicemente di ridurne la soglia all’interno dei carburanti. Secondo quanto trapelato, il limite massimo non potrebbe superare il 7%.

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