La salute dei nostri mari: posidonia e i rifiuti

La posidonia è una pianta marina che spesso infastidisce i bagnanti infatti in Italia è demonizzata, in Francia invece è ricercata perché loro sanno che è indice di buono di stato di salute del mare.

La salute dei nostri mari: posidonia e i rifiuti

Spesso evitiamo le spiagge su cui vediamo le alghe, le più fastidiose sono quelle che si attaccano al nostro corpo, che sembrano ciuffi d’erba a nastro, ovvero la Posidonia. In realtà dovremmo cercare di andare a farci il bagno proprio dove la vediamo, in quanto significa che il mare è pulito. In Francia lo sanno bene e per questo i bagnanti preferiscono le spiagge in cui c’è tanta posidonia, considerate pulite e totalmente “biologiche”.

La posidonia in realtà non è un’alga ma una pianta marina che in autunno perde le foglie che si seccano e diventano grige e vanno a depositarsi sui litorali, ma anche durante le mareggiate in diversi periodi dell’anno vengono portate a galla in grandi ciuffi verde vivo. Sono l’habitat ideale per molte specie marine e sono indice di pulizia del mare, quindi più banchi di posidonia ci sono più significa che l’acqua è pulita. Inoltre, se si depositano sulla spiaggia, rallentano il processo di erosione delle onde.

Ci sono situazioni in cui, però, la posidonia ha una presenza troppo massiccia sui litorali e ci sono varie scuole di pensiero: c’è chi le lascia al loro posto, chi le sposta dove non infastidiscono i bagnanti e c’è chi vuole smaltirle. Nel momento in cui vengono raccolte per lo smaltimento bisogna ben pensare che possono essere riciclate e la discarica deve essere l’ultima soluzione da prendere in considerazione. Con la posidonia, infatti, si possono fare imbottiture, imballaggi e rivestimenti isolanti. In seguito a varie ricerche di CNR e Università di Bari, si è scoperto che è un ottimo compost per rendere il terreno più soffice, poroso e fertile poiché dona al terreno tanti nutrienti utili per lo sviluppo di altre piante.

Se la posidonia, dunque, è indice di mare pulito, la presenza di rifiuti, che sempre più si accalcano nei nostri mari, sono ovviamente l’esatto contrario. Tra i rifiuti più diffusi ci sono i cotton fioc in plastica che in Lazio ammontano al 30% dei rifiuti marittimi totali. Per questo la Jonson&Jonson (maggiore produttrice di cotton fioc) ha dichiarato di impegnarsi nella produzione di bastoncini per le orecchie totalmente realizzati in materiali biodegradabili. In realtà, nel lontano 2001, era stata creata appositamente una legge che imponeva la produzione e, di conseguenza, la vendita su tutto il territorio nazionale, di cotton fioc realizzati in materiali biodegradabili, legge che poi, non si sa perché, è stata abrogata con un decreto nel 2006 ma, vista la situazione, urge riattivarla.

Gli altri rifiuti più diffusi sulle coste del Mar Mediterraneo sono lattine, bottiglie e sacchetti di plastica e bottiglie di vetro. Inoltre ci sono i mozziconi di sigaretta di cui Turchia, Grecia ed Egitto detengono il brutto record mentre in Italia si stanno combattendo i mozziconi con molti decreti severi. I litorali spagnoli sono sommersi di cicche di sigaretta e cannuncce di plastica, mentre Malta lotta contro i tappi delle bottiglie. Infine, i fondali del Mare Adriatico sono invasi da cavi e reti da pesca che minacciano l’ecosistema delle Tegnué, formazioni rocciose ricche di biodiversità.

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