Due secoli dopo la tragedia del vulcano Tambora, uno dei massimi esperti in materia, Stephen Self, della prestigiosa Università della California, a Berkeley, afferma che l’umanità non è preparata per affrontare la seconda mega eruzione.
“E’ arrivato il momento di analizzare tutti i registri disponibili sulle eruzioni per poter avere maggiori opportunità di comprendere i futuri potenziali pericoli”, ha dichiarato Self alla rivista scientifica Nature Geoscience.
Il vulcano Tambora, nell’attuale arcipelago Indonesiano e precisamente nell’isola di Sumbawa, iniziò a eruttare più di un anno prima ma arrivò al suo culmine nella giornata tra il 10 aprile e 11 aprile del 1815: fu la più devastante eruzione degli ultimi 750 anni che causò la morte di più di 60.000 persone, per la maggior parte vittime della pesante carestia che seguì.
I gas di zolfo fuoriusciti da Tambora eclissarono la luce del Sole nella gran parte dell’emisfero settentrionale e decimando le coltivazioni. Nel 2004, uno scavo archeologico condotto dalla University of North Carolina e dall’Osservatorio Vulcanologico Indonesiano ha portato alla luce quella che è stata definita la “Pompei d’Oriente“: una città conservata tale come era nel 1815, sepolta dalla cenere.
Gli esperti credono che il 200esimo anniversario dell’eruzione che, probabilmente ispirò la scrittrice londinese Mary Shelley nella creazione del personaggio Frankenstein, dovrebbe servire da monito per ricordare la minaccia vulcanica e il suo potenziale distruttivo.
Nel mese di gennaio una nota informativa tecnica elaborata dalla rete di vulcanologi Global Volcano Model e dall’Associazione Internazionale di Vulcanologia e di Chimica della Terra, avvisava che esiste il 33% di probabilità che si verifichi una eruzione come quella di Tambora nel corso del XXI secolo. E individua cinque paesi con un tasso di rischio del 90%: Indonesia, Filippine, Messico, Giappone e Etiopia.
Secondo Self, “l’Indonesia è quella che maggiormente preoccupa, a causa della densità della popolazione e del numero di vulcani. La prossima eruzione potrebbe anche provenire da un vulcano di cui non si conoscono eventuali eruzioni”.
Self ricorda che per via delle nubi di cenere create con l’eruzione del vulcano islandese Eyjafjallajökull nel 2010 migliaia di voli europei dovettero essere cancellati, eppure se comparato all’esplosione del Tambora di 200 anni fa appare come un evento di poco conto.