Inquinamento: 467.000 morti all’anno per smog

L’85% della popolazione europea respira aria che va ben oltre i limiti di soglia indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il Parlamento europeo ha approvato una direttiva che punta ad abbassare i livelli di inquinamento entro il 2030 di circa il 50%.

Inquinamento: 467.000 morti all’anno per smog

L’EEA (Agenzia Europea per l’Ambiente) ha pubblicato il rapporto “Qualità dell’aria in Europa 2016” fornendo dati ancora allarmanti rispetto allo stato di salute di ciò che respirano quotidianamente i cittadini europei.

Nonostante il trend sia in miglioramento, sono ben 467.000 i morti all’anno per cause legate all’inquinamento dell’aria.

Lo studio, che si basa su una rilevazione in ben 400 città europee dal 2000 al 2014, segnala valori superiori rispetto all’ozono, al biossido di azoto o anche nell’ammoniaca, utilizzata ad esempio in agricoltura. I livelli delle polveri fini (il PM 2,5) sono state rilevate in molte zone d’Europa ben oltre i limiti fissati dall’OMS, con oltre l’85% della popolazione europea esposta.

Contestualmente a questa pubblicazione il Parlamento Europeo ha votato mercoledì una direttiva per introdurre nuovi limiti alle emissioni inquinanti per il periodo 2020-2030. Con 499 voti a favore, 177 contrari e 28 astenuti, la direttiva è stata approvata ed entro i prossimi quindici anni l’obiettivo è quello di ridurre l’impatto dell’inquinamento atmosferico sulla salute delle persone di circa il 50%.

Gli organi più colpiti dall’inquinamento dell’aria sono soprattutto polmoni, cuore e cervello e una recente ricerca del Cnr di Pisa ha rilevato come i disturbi polmonari in Italia siano più che raddoppiati negli ultimi 25 anni. Il vero problema è l’esposizione prolungata soprattutto alle cosiddette “polveri sottili”, le PM 2,5 appunto, che, secondo l’OMS, non dovrebbero superare il limite di 10 microgrammi per metro cubo per anno, mentre per l’UE oggi il limite è di 25.

Recentemente anche gli Stati Uniti hanno portato la soglia a 12 microgrammi per metro cubo, ma ora bisognerà attendere le decisioni del nuovo Presidente eletto, quel Donald Trump che come prima mossa sul tema ha nominato nel suo team di governo il capo di un’associazione contro gli allarmismi sul clima, di nome Myron Ebell, dichiarando che “il riscaldamento globale non è una minaccia e che anzi non esiste proprio”.

Sono forti i timori che possano vedere gli USA ritirarsi dagli impegni presi nell’accordo di Parigi firmato solo nel 2015 dal Presidente uscente Barak Obama, con un forte ritorno all’utilizzo dei combustibili fossili, siano essi petrolio, carbone o gas naturali.

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