In Cina verrà realizzato un tunnel di 1.000 km e sarà il più lungo del mondo

Gli ingegneri cinesi sono alle prese con lo studio di fattibilità di un tunnel di 1.000 km che trasporterà l'acqua dal Tibet alla zona desertica dello Xinjiang. Il tunnel più lungo del mondo solleva dei seri risvolti sia ambientali che politici.

In Cina verrà realizzato un tunnel di 1.000 km e sarà il più lungo del mondo

Un tunnel lunghissimo che collegherà il Tibet con la regione dello Xinjiang. È questo il progetto a cui sta lavorando un team di ingegneri cinesi che permetterà di servire una delle zone più desertiche dell’ex impero celeste. Qualora il progetto dovesse andare in porto, nulla potrebbe più ostacolare la costruzione di una galleria lunga 1.000 chilometri, in altre parole la più lunga del mondo. Di conseguenza verrebbe superato l’attuale record di 138 km che appartiene al tunnel che rifornisce d’acqua la città di New York.  

A svelare alcuni dettagli dell’opera ci ha pensato il South China Morning Post, quotidiano della città-stato di Hong Kong. L’intenzione dei progettisti sarebbe quella di convogliare parte dell’acqua disponibile nell’altopiano del Tibet per farla arrivare nella più estesa divisione amministrativa della Repubblica Popolare Cinese. Il Xinjiang, territorio in buona parte desertico, grazie a questa infrastruttura potrebbe aver modo di crescere e rivalutarsi.  

Interpellato dai giornalisti, uno degli ingegneri coinvolti non ha utilizzato mezze misure, arrivando a sostenere che l’obiettivo è quello di “trasformare il Xinjiang nella California“. Ma per farlo sarà necessario ricorrere al meglio delle tecnologie attualmente disponibili. Secondo le intenzioni di chi si occupa dello sviluppo del progetto, sarà necessario costruire delle sezioni collegate tra di loro da una serie di cascate. Tutto ciò sarebbe indispensabile per garantire il moto perpetuo dell’acqua.  

A detta di Zhou Shiqiao dell’Accademia delle Scienze cinese, l’infrastruttura “cambierà il panorama dell’intera regione“. Il tunnel devierà infatti il corso del fiume Yarlung Tsangpo, lo stesso che più a sud diventa il Brahmaputra e che in Bangladesh si unisce con il Gange. Come è logico aspettarsi, tutto ciò potrà andare a compromettere i rapporti non solo con l’India, ma anche con molti altri paesi del sud est asiatico.

Senza poi dimenticare cosa tutto ciò possa comportare in termini di ricadute ambientali. A detta di alcuni, lo studio di fattibilità non ha tenuto conto di questi aspetti. Da ciò è logico supporre che le conseguenze di quest’opera sarebbero per lo più ignote. Sconosciuti rimangono anche i costi di una simile operazione, tra le altre cose già ipotizzata nel XIX secolo durante la dinastia Qing.

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