Il buco nell’ozono si sta finalmente rimarginando

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista “Science”, il buco nell’ozono si sta progressivamente riducendo. La buona notizia conferma la bontà dei provvedimenti ecologisti introdotti negli scorsi decenni

Il buco nell’ozono si sta finalmente rimarginando

Erano gli anni ’80 quando la scoperta del buco nell’ozono allarmò il mondo intero. Ci si rese immediatamente conto che l’attività dell’uomo stava gravemente compromettendo gli equilibri naturali del nostro Pianeta: da qui l’evidente necessità di un repentino e drastico cambio di rotta.

Quello che fu chiamato buco nell’ozono non era un vero e proprio “foro”, ma semplicemente un assottigliamento dell’ozonosfera, uno strato che si estende tra venti e quaranta chilometri di altitudine rispetto alla superficie terrestre, e che protegge il nostro Pianeta dalle radiazioni nocive per la salute degli esseri viventi.

Gli scienziati indicarono come colpevoli i gas CFC, ovvero i clorofluorocarburi utilizzati sia come refrigeranti per frigoriferi e condizionatori, sia come propellenti delle bombolette spray, degli agenti schiumogeni e dei solventi. Per molti anni il loro impiego a livello industriale era stato possibile grazie alla loro economicità e facilità d’uso. A questi indubbi vantaggi faceva da contraltare un “effetto collaterale” non certo trascurabile: i CFC erano responsabili dell’aggressivo intaccamento dello strato di ozono stratosferico.

Attraverso il protocollo di Montreal siglato nel 1987 tali gas furono messi al bando. Grazie a questo trattato internazionale si è successivamente assistito ad una progressiva riduzione l’estensione del buco che gravita al di sopra della regione antartica.

La conferma di tale tendenza è arrivata grazie ad uno studio pubblicato recentemente sula rivista “Science”. Nell’articolo si attesta il recupero dello strato d’ozono rispetto ai rilevamenti effettuati all’inizio del millennio: confrontando i dati dell’anno 2000, il buco risulta diminuito di oltre quattro milioni di chilometri quadrati, una superficie del tutto paragonabile a quella degli Stati Uniti.

Possiamo dire che, globalmente, il buco dell’ozono sembra sulla via della guarigione”, hanno annunciato gli scienziati autori del report. Non a caso la concentrazione di clorofluorocarburi risulta oggi diminuita del 10-15% rispetto ai picchi registrati nei primi anni Novanta. A ulteriore conferma di questa tendenza troviamo i dati contenuti nell’ultimo rapporto quadriennale realizzato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale e dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente.

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