Il 2019 è l’anno più inquinante nella storia dell’umanità

A suggerirlo è il climatologo Luca Mercalli, che nella sua intervista rilasciata al quotidiano “Leggo”, ha lasciato intendere che di fronte al cambiamento climatico l’umanità ha perso 40 anni in chiacchiere inconcludenti.

Il 2019 è l’anno più inquinante nella storia dell’umanità

Mentre la Conferenza dell’Onu sul cambiamento climatico si appresta a concludere i propri lavori, a voler dire la sua su quanto visto in questi giorni è stato Luca Mercalli, climatologo nonché presidente della Società Metereologica Italiana. Conosciuto dal grande pubblico per la sua partecipazione al programma Che tempo che fa, il divulgatore scientifico parlando con i giornalisti di Leggo si è detto particolarmente preoccupato per la situazione climatica che stiamo vivendo.

Dal suo punto di vista, la Cop 25 di Madrid non cambierà nulla su quella che è l’agonia che sta vivendo il nostro pianeta. “Da questa Cop non mi aspetto niente di che, già è tanto se si metteranno tutti d’accordo. Se tutto va bene, gli accordi di Parigi diventeranno operativi dal 2021, ma poi sarà da vedere se gli accordi verranno rispettati. Potremmo fare un vero bilancio solo nel 2025” ha sentenziato lasciando intendere che sarebbe da sciocchi illudersi di poter vedere qualcosa di particolarmente illuminante e risolutivo.

Non a caso gli allarmismi, le conferenze e le tavole rotonde degli ultimi anni non hanno mai portato a nulla di tangibile. “Siamo in ritardo di 40 anni” ha aggiunto delineando i contorni di un fenomeno inevitabilmente destinato ad aggravarsi. A suffragare la sua posizione, ricorda che il 2019 passerà alla storia come l’anno in cui le emissioni globali di sostanze inquinanti, in primo luogo di anidride carbonica, saranno le più alte mai registrate nella storia dell’uomo.

E a quanto pare nulla viene fatto per invertire un male che sta distruggendo il pianeta in cui viviamo. “Il mondo è come un malato di diabete che continua a mangiare zucchero” ha precisato lanciando un’analogia drammaticamente angosciante. Ma il problema maggiore non è solo la mancanza di sensibilità, ma anche la lentezza con la quale si mettono in atto certi provvedimenti. La colpa non è attribuibile esclusivamente alla politica, ma anche dei cittadini, poco inclini a rinunciare ai loro stili di vita: per sostenere la causa ambientale, persino una tassa sulla benzina verrebbe mal tollerata.

E poi ci sarebbero i classici poteri forti, anche se dall’altra parte c’è qualcuno che ritiene che la stessa Greta Thunberg venga mossa da interessi economici di vario genere. Su questo argomento, Luca Mercalli conclude lasciando intendere di non condividere affatto le voci diffuse al solo fine di screditarla. “Ma quali interessi dovrebbe sostenere, la lobby dei pannelli solari? Vogliamo confrontarla con la lobby dei petrolieri? Saremmo comunque 10.000 contro 1”.

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