I cambiamenti climatici minacciano alimenti che rischiano di scomparire

I cambiamenti climatici, in primis l'incremento delle temperature, potrebbero portare all'estinzione di molti cibi oggi presenti quasi quotidianamente sulle nostre tavole.

I cambiamenti climatici minacciano alimenti che rischiano di scomparire

Il cibo risente molto degli effetti del riscaldamento globale e dei conseguenti cambiamenti climatici che vedono come protagonista il nostro pianeta. La siccità, le bombe d’acqua, le alluvioni e più in generale le condizioni climatiche estreme potrebbero, secondo alcuni studi, mettere in serio pericolo numerose produzioni alimentari e provocare, entro il 2050, la scomparsa di diversi cibi che oggi consideriamo estremamente comuni e che consumiamo quotidianamente.

Tra gli alimenti a rischio vi è in primis il cioccolato, che potrebbe diventare un alimento di lusso entro il 2050. Questo potrebbe verificarsi, secondo i dati forniti dall’IPCC – Intergovernmental Panel on Climate Change, a causa del riscaldamento globale, che nei Paesi produttori di cacao, quali Indonesia, Ghana e Costa d’Avorio, non garantirà quel clima umido richiesto da tale pianta.

Un altro alimento considerato a rischio estinzione è il caffè: l’aumento delle temperature, accompagnato da piogge irregolari, potrebbe minacciare le produzioni in Africa, Sud America, Asia e Hawaii, a causa di parassiti e malattie. A rischio sarebbero anche le coltivazioni di , in particolare quelle dell’India: l’incremento della quantità di pioggia portata dai monsoni espone le piante ad una eccessiva quantità d’acqua che rende più debole l’intensità del sapore.

Anche lo sciroppo d’acero potrebbe essere vittima dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature infatti riduce il periodo di produzione della linfa da parte degli aceri da zucchero. I cambiamenti climatici, attraverso l’incremento della temperatura dell’acqua e la sua acidificazione, potrebbero compromettere anche la salute di pesci e frutti di mare, quali salmoni e aragoste.

Anche il miele potrebbe diventare un alimento sempre più raro: l’incremento delle temperature in alcuni casi porta le piante a germogliare prima che gli insetti siano emersi dallo stadio larvale. Senza contare inoltre che la popolazione delle api è drasticamente diminuita a causa di pesticidi e altre sostanze chimiche dannose per gli insetti.

A rischio anche frutti come le pesche, le albicocche e le ciliegie, miacciati dall’innalzamento delle temperature e dagli eventi meteoroligi irregolari che hanno ucciso moltissimi alberi e che non garantiscono a quelli ancora esistenti il necessario raffreddamento di cui hanno bisogno durante l’inverno.

Anche la pasta non sarebbe al sicuro: gli esperti stimano la scomparsa dei campi di grano duro a partire dalla fine del secolo. Infine anche i raccolti di fagioli potrebbero diminuire del 25% circa a causa degli sbalzi di temperatura, così come le arachidi.

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