Greta Thunberg, quando parla, riesce a sollevare un interesse dalla folla non poco rilevante: attualmente migliaia di persone sanno chi è e che cosa pensa. Ma un sentimento divide la gran parte della gente: Greta è un burattino in mano al sistema o una piccola eroina che sta cercando di salvare il mondo?
Certo, entrambe le fazioni hanno le loro ragioni: da una parte si dice che i potenti per poter innescare una politica green e il suo conseguente sviluppo economico sostengono Greta, facendole dire quello che è più conveniente; dall’altra parte però si potrebbe dire che in realtà i potenti vogliono continuare la caccia al petrolio e che Greta è un’oppositrice del sistema e non parte del sistema stesso.
Quindi, attualmente, siamo divisi tra chi contesta la giovane svedese per mostrarsi caustico e chi la sta appoggiando per mostrarsi sensibile e ambientalista. Da notare il fatto che in entrambi i casi si denota un certo moto di protesta conto i poteri forti.
Tutta questa macchinazione però prevede, per entrambi le parti, che il colpevole di tutto questo sia lampante e chiaro: noi; noi che abbiamo voluto l’aria condizionata in ogni stanza, noi che ci ostiniamo a comprare prodotti provenienti da lontano e trasportati con inquinantissimi mezzi di trasporto.
Ma allora c’è da chiedersi una cosa: siamo sicuri che questo nostro divincolarci tra pro e contro e questo generale senso di colpa non sia anch’esso progettatto da qualcuno che sta al di sopra delle nostre congetture? Infatti se l’umanità discute sulla gravità o sull’esistenza del problema non si occupa del problema stesso o di risalire all’origine del problema e se lo fa, tenta di farlo in modo da accontentare entrambe le parti e in questo modo chi ha interesse a far rimanere le cose come stanno trionfa.