La protagonista in negativo di questa estate è sicuramente la plastica, in particolare per quanto riguarda l’inquinamento marino. Infatti, secondo il monitoraggio marino di Legambiente, il 97% dei rifiuti a mare è proprio di plastica. Questo tipo di inquinamento è sicuramente dovuto alle cattive abitudini di scaricare in acqua un po’ di tutto, ma la maggior parte di ciò è causato dalla cattiva gestione dei rifiuti a terra, responsabile di circa l’80% di questi rifiuti plastici.
La maggior parte è trasportata dai fiumi che sono responsabili, secondo lo studio “River plastic emissions to the world’s oceans”, di oltre 1 milione di tonnellate di plastica finita negli oceani. Dei primi 20 fiumi più inquinanti, la maggior parte è in Asia e questi causano circa il 67% dell’inquinamento marino totale.
Invece dei 122 fiumi più inquinanti, a cui dobbiamo il 90% della plastica in mare, ben 103 si trovano in Asia, otto in Africa, otto in America e uno in Europa. Il peggiore è il fiume Yangtze, che si trova in Cina. Infatti i campioni analizzati hanno rilevato la concentrazione di plastica più alta rispetto ad ogni altro fiume, ben 4.137 particelle per metro cubo. Seguono il Gange e altri due fiumi cinesi: Xi e Huangpu.
Il Paese che desta più preoccupazione è l’Indonesia, uno dei principali contribuenti allo sversamento della plastica, con 4 fiumi critici: Brantas, Solo, Serayu e Progo. I primi due traportano oltre 30.000 tonnellate di plastica l’anno a testa, circa 10 volte il contributo dell’ Europa di circa 3.900 tonnellate l’anno. Invece l’Africa è responsabile del 7,8% con circa 109.200 tonnellate l’anno, il 4,8% dal Sud America con 67.400 tonnellate.
L’Europa ha un contributo più modesto del 0,28%, pari come detto a circa 3.900 tonnellate l’anno. I fiumi più inquinanti nel nostro continente sono il Danubio che trasporta fino a 1500 tonnellate di plastica nel Mar Nero e il fiume Reno con circa 20 tonnellate riversate nel Mare del Nord.