Entro il 2050 l’estate artica potrà essere senza ghiacci

Secondo una ricerca pubblicata sulla rivista “Science”, già prima del 2050 l’Artico potrebbe conoscere delle estati prive di ghiacci. Secondo lo studio, ogni tonnellata di CO2 immessa nell’atmosfera “scioglie” tre metri quadrati di ghiaccio

Entro il 2050 l’estate artica potrà essere senza ghiacci

Riscaldamento globale e scioglimento dei ghiacci sono realtà più o meno nefaste che vengono proposte quotidianamente un po’ da tutti i mass media. Gli allarmi in merito si susseguono regolarmente, prefigurando situazioni sempre più catastrofiche per il nostro prossimo futuro.

In questo sempre più preoccupante scenario, uno studio apparso sulla prestigiosa pubblicazione statunitense “Science” ha voluto predire quando il Polo Nord potrà conoscere delle estati senza ghiacci. Secondo gli scienziati che hanno curato la ricerca, questa rattristante ipotesi potrebbe essere raggiunta prima della metà di questo secolo. Per arrivare a queste conclusioni sarebbe stato sufficiente concentrarsi sull’attuale trend di emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera.

scioglimento-ghiacci

Gli scienziati dell’Istituto Max Planck per la meteorologia di Amburgo e dell’University College London (UCL) hanno dapprima preso in esame l’evoluzione del rapporto esistente tra l’estensione del ghiaccio marino artico nel mese di settembre, e le emissioni di anidride carbonica degli ultimi 30 anni. Lo studio della correlazione esistente tra entrambe le grandezze ha permesso di concludere che ogni tonnellata di CO2 emessa nell’atmosfera è in grado di dissolvere tre metri quadrati di ghiaccio marino.

Continuando nella loro analisi matematica del fenomeno, si è giunti a determinare in mille miliardi di tonnellate la quantità di CO2 necessaria per scogliere tutti i ghiacci del Polo Nord. Con l’attuale tasso di emissione annuale, pari a 35 milioni di tonnellate di C02, per gli scienziati non è stato difficile prevedere per il 2050 un Polo Nord con mesi estivi privi di ghiacci.

I risultati di questa pubblicazione alquanto allarmante devono però essere mitigati da una serie di chiarimenti. Innanzitutto lo studio è frutto dell’applicazione di un modello puramente matematico, svincolato quindi da una serie di fattori tutt’altro che trascurabili. In primo luogo ogni misura messa in campo per limitare l’emissione di C02 dovrà necessariamente ridurre la futura erosione dello strato di ghiacci. In secondo luogo lo scioglimento potrebbe essere ridotto se si riuscisse a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi. In questo modo il ghiaccio avrebbe “una chance di sopravvivenza nel lungo termine“.

Al di là di tutte queste considerazioni, pur trovandoci di fronte ad un puro esempio matematico, lo studio deve aumentare in tutti noi la consapevolezza e la sensibilità verso tutti quei provvedimenti e stili di vita capaci di poter salvaguardare la sopravvivenza dell’ambiente in cui viviamo.

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