Ecco sette oggetti sorprendenti che si possono ottenere riciclando i rifiuti

Nell’era dei supermateriali e dei tessuti hi-tech, chi si sarebbe mai aspettato di ricavare il cemento da materiali di scarto come i gusci delle uova? Ma non c’è solo questo. Vediamo cos’altro è in grado di assicurarci la moderna tecnologia del riciclo.

Ecco sette oggetti sorprendenti che si possono ottenere riciclando i rifiuti

Chiunque lo avrà notato: negli ultimi anni è decisamente cresciuta la sensibilità verso il recupero dei rifiuti. Un tempo la maggior parte degli oggetti diventati un peso avevano un destino pressoché segnato: la discarica. Oggi la più marcata attenzione alle esigenze di tutela dell’ambiente sta trasformando il settore. I rifiuti vengono sempre più visti come un’opportunità a cui donare una nuova vita. In altre parole si cerca di conferire loro un secondo ciclo di utilità, spesso stravolgendo la loro veste originaria.

Ma cosa significa tutto questo? Semplicemente che esistono dei materiali di scarto che possono essere riutilizzati per creare qualcosa di veramente impensabile. Ed è proprio quello che molte startup italiane ed europee stanno già realizzando, sfruttando per l’occasione i più moderni ritrovati tecnologici. Ad esempio un’azienda di Vicenza è in grado di ricavare la carta dagli scarti agro-industriali. Residui di frutta, caffè, nocciole, mandorle e agrumi sono utili per creare una carta colorata che ben si sposa con le esigenze delle aziende di packaging. Un’azienda di Rotterdam sta invece sperimentando l’utilizzo delle bucce della frutta per creare una purea, che una volta essiccata permetterà di creare divani, sedie e poltrone.

Una società spagnola impiega invece le foglie dell’ananas per la produzione del Piñatex, un materiale molto resistente simile all’eco-pelle che può essere utilizzato per la produzione di borse e di scarpe. I vecchi pneumatici, anziché essere bruciati, possono essere inseriti in un apposito “forno a microonde” denominato Tyrebirth. Creato da una società di Firenze, nel giro di 30 minuti è in grado di scomporre nei minimi termini i copertoni. Al termine del processo, si ricavano materiali come l’idrogeno, il metano GPL, il gasolio, il carbon black e financo una minima quantità di ferro.

Ma una seconda vita può essere donata persino ai vecchi chewing gum che tanto ci fanno arrabbiare quando li pestiamo con le scarpe. Una designer inglese li raccoglie e li riutilizza in uno stabilimento di stampaggio della plastica. Le gomme da masticare vengono riscaldate con un’apposita miscela. Il risultato finale che si ricava è una pasta modellabile utile per creare nuovi oggetti.

Ma anche i gusci delle uova possono essere molto utili soprattutto in edilizia. Lo sanno bene alcuni ricercatori di Trento, che hanno brevettato un sistema davvero ingegnoso: portandoli ad una temperatura di 900-1000 gradi e mischiandoli con una soluzione a base di argilla, vengono trasformati a tutti gli effetti in un valido sostituto del cemento. Infine troviamo un’azienda pisana che ha deciso di riproporre un’idea di circa un secolo fa: in altre parole utilizza il latte di scarto per ottenere materiali tessili. Dal latte si possono infatti ottenere le fibre necessarie per produrre un tessuto più leggero della seta, oltretutto in grado di idratare la pelle.

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