In Sud Africa, in corrispondenza del deserto del Kalahari, il quarto deserto al mondo per estensione (la parola Kalahari deriva infatti dalla parola Kgalagadi, letteralmente “Grande Sete” in lingua tswana) è stato allestito l’impianto fotovoltaico più efficiente al mondo. Si tratta di un curioso e quasi paradossale connubio di nuove e vecchie tecnologie: due enormi specchi parabolici del diametro di 12 metri (per una superficie di 104 metri quadrati) sono stati collegati ad un motore a combustione esterna risalente addirittura al 1816, inventato da un pastore protestante scozzese di nome Robert Stirling (dal quale lo stesso motore ha poi preso il nome).
Gli specchi in questione hanno il compito di riflettere i raggi solari per fare in modo che questi ultimi convergano verso punto preciso, ovverosia laddove è necessario che battano per azionare il motore Stirling. Lo Stirling venne inventato nei primi anni del XIX secolo quale alternativa al motore a vapore, ma entrò in commercio solamente nel 1988, grazie all’interessamento di un’azienda impegnata nella costruzione di sottomarini per il Ministero della Difesa svedese.
Questo innovativo sistema, che permette l’incredibile sinergia tra le nuove e le vecchie tecnologie, ha fatto stabilire uno straordinario record di efficienza: il 32/35% dell’energia solare viene infatti convertita in elettricità disponibile. Si tratta di un risultato enorme, se si tiene presente che un tradizionale impianto fotovoltaico è capace di tradurre in elettricità circa la metà dell’energia solare raccolta rispetto a questo nuovo congegno (in media il 15% diventa disponibile, mentre il restante 85% viene dispersa).
Il progetto risulta essere tuttora in fase sperimentale, ed è destinato all’utilizzo per scopi militari, ma non è esclusa una sua futura commercializzazione in ambito civile. I dati di un test condotto nel Regno Unito confermano infatti che quest’impianto fotovoltaico è capace di generare dai 75 agli 85 megawattora, una quantità di energia sufficiente al fabbisogno energetico medio di 24 famiglie. Un’enormità insomma, sebbene la questione più curiosa sia senz’altro il paradosso temporale che quest’invenzione incarna: sarà infatti un motore a combustione risalente al 1816 la nuova arma segreta nella lotta all’inquinamento ed al surriscaldamento globale?