Dopo 7 anni dalla catastrofe nucleare di Fukushima le radiazioni sono 100 volte maggiori rispetto la norma

Tra pochi giorni saranno trascorsi 7 anni dalla catastrofe nucleare di Fukushima dell'11 marzo del 2011 e, in alcune zone, la presenza delle radiazioni è ancora 100 volte maggiore rispetto alla norma.

Dopo 7 anni dalla catastrofe nucleare di Fukushima le radiazioni sono 100 volte maggiori rispetto la norma

Greenpeace Giappone svela che non è servita quasi a niente la decontaminazione effettuata a Fukushima, in quanto, dopo 7 anni dalla catastrofe che colpì la centrale nucleare giapponese, ci sono ancora zone in cui la presenza delle radiazioni raggiunge picchi di 100 volte maggiori rispetto alla norma. I dati analizzati da Greenpeace Giappone delineano una situazione molto critica, intensificata dal fatto che il governo giapponese, proprio l’anno scorso, ha revocato gli ordini di evaquazione in alcune zone e vuole far tornare a casa gli sfollati.

Ci sono ancora molte zone in cui la quantità di radiazioni è molto alta rispetto alle norme delle Nazioni Unite che prevedono l’esposizione alle radiazioni pubbliche di 1mSv (millisievert) all’anno (il sievert è un’unità di misura della radioattività). Mentre la legge giapponese ha come limite i 20mSv l’anno.

Altra notizia negativa e sconcertante è il fatto che si teme che le zone decontaminate siano di nuovo raggiunte dalle radiazioni in quanto la decontaminazione fu frammentaria e inadeguata e già subito dopo il disastro, vedendo come il governo giapponese stava gestendo la cosa, si è erano previste conseguenze negative per un lunghissimo periodo di anni a venire, si parla di centinaia di anni.

Risulta chiarissimo il fatto che l’intervento governativo sia stato inefficace in quanto già stanno tornando le radiazioni in alcune zone decontaminate in cui il governo ha revocato l’evaquazione, si parla addirittura di 3 e 7mSv l’anno, quindi 3 e 7 volte la quantità di radiazioni maggiori rispetto la norma e i dati, sin dalla prime misurazioni, sono state sempre in aumento a causa anche delle frequenti piogge.

Addirittura i livelli di radiazioni in alcuni boschi sono sconcertanti e in quello vicino a una scuola nella città di Namie (una delle città in cui è stata revocata l’evaquazione) sono stati misurati ben 10mSv l’anno a cui i bambini sono pericolosamente esposti.

La situazione peggiore però è in una zona di Obori, dove sono stati rilevati 101mSv e dove molte persone lavorano alla decontaminazione, quest’ultime, dunque, sono pericolosamente esposte alle radiazioni.

Vista la pericolosità di molte zone, Greenpeace Giappone ha alzato la voce contro il governo gipponese facendo presente che le persone non devono tornare a casa in queste zone in quanto sarebbero esposti inevitabilmente alle radiazioni e quindi andrebbero incontro a un pericolo grandissimo per la salute e la sicurezza.

Nel novembre del 2017, l’Alto Commissariato Rifugiati dell’ONU (UNHRC) emise al Giappone quattro raccomandazioni sui problemi di Fukuschima; inoltre, Austria, Portogallo, Messico e Germania gli hanno chiesto di rispettare i diritti umani e di provvedere velocemente al modo migliore per salvaguardare la sicurezza e la salute dei cittadini, consigliando soprattutto di non far rientare a casa le persone trovando innammissibile la soglia di 20mSv/anno che la legge giapponese ha come riferimento per la soglia massima. La Germania, questo proposito, sta chiedendo al Giappone di adeguarsi alle norme delle Nazioni Unite e abbassare il limite a 1mSv/anno.

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