Quello che solo qualche decennio fa sembrava essere irrealizzabile è ora invece realtà. A livello globale il 2015 è stato l’anno in cui le fonti di energia rinnovabili hanno superato il carbone per capacità energetica complessivamente installata.
La conferma del sorpasso è arrivata con l’ultimo rapporto presentato dall’International Energy Agency (IEA), l’organizzazione intergovernativa nata nel 1974 su iniziativa dell’OCSE al fine di coordinare le politiche energetiche dei paesi membri. Il dato è da accogliere positivamente, in quanto dimostra come si stia ottenendo qualche risultato concreto a tutto vantaggio della nostra salute e di quella dell’ambiente.
L’annuncio è significativo, certo il cammino è ancora lungo. Il declino dei combustibili fossili è sì iniziato, ma le fonti di energia rinnovabili devono inevitabilmente essere potenziate al fine di soddisfare le enormi esigenze su scala mondiale. Se la capacità teorica degli impianti solari o eolici è maggiore rispetto a quella degli impianti a carbone, cambiando il parametro di riferimento il rapporto si ribalta. Il carbone è ancora davanti per quanto riguarda l’effettiva fornitura di energia elettrica, in quanto capace di garantire un rendimento maggiore. Il dato si spiega in quanto al momento un impianto eolico o solare non dispone della medesima continuità che può invece garantire uno a carbone.
Attualmente il carbone continua a soddisfare il 39% della domanda elettrica globale a fronte del 23% delle energie rinnovabili. L’attuale gap del 40% è però destinato a dimezzarsi nel 2021 per poi azzerarsi con la fine del prossimo decennio. Lo stesso rapporto rileva come nel 2021 la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili equivarrà all’attuale consumo complessivo di Stati Uniti e Unione europea.
La corsa alle energia rinnovabili si quantifica in una crescita annuale pari al 15%. Tra i paesi più attivi in materia troviamo Stati Uniti, India, Messico e Cina. Proprio in quest’ultimo paese ogni ora vengono installate due turbine eoliche. L’Italia invece dopo una prima fase in cui aveva a lungo trainato la volata delle energie rinnovabili, ha recentemente rallentato la corsa, ma al momento sarebbe ancora in tempo per riagganciarsi al treno in fuga.