Calabria in fiamme: contestata l’apertura della caccia

La denuncia a gran voce di WWF e LIPU, che puntano il dito contro l'inferno di piombo che sarà scatenato da decine di migliaia di fucili, il prossimo 2 settembre.

Calabria in fiamme: contestata l’apertura della caccia

Nonostante la Calabria sia avvolta dalle fiamme, la giunta regionale ha deciso di riaprire la caccia per il prossimo 2 settembre, mentre si susseguono i numerosi roghi che hanno lambito i centri abitati, provocato morti di animali selvatici, distrutto boschi, devastato campi, e incenerito la macchia mediterranea. È questa la denuncia a gran voce di WWF e LIPU, che puntano il dito contro l’inferno di piombo che sarà scatenato da decine di migliaia di  fucili, senza nessuna pietà per il territorio calabrese, dopo una estate di fuoco e di siccità.

Sia l’organizzazione internazionale non governativa di protezione ambientale che la lega protezione uccelli, hanno segnalato l’assurdo anticipo di 2 giorni della stagione venatoria 2021, rispetto allo scorso anno, e la scellerata introduzione della Tortora come specie cacciabile, dichiarata a livello europeo in via di allarmante rarefazione.

Purtroppo gli incendi hanno causato la morte di tantissimi di animali adulti e dei loro piccoli, frammentato e disperso gli habitat, e obbligando la fauna a spostarsi in aree circoscritte, decretando così un rischio maggiore per la loro sopravvivenza.

Dare il via libera alla caccia, in questo drammatico e delicato contesto, viene considerato un atto incivile e deplorevole, come rimarcano il WWF e la LIPU, richiamando alla responsabilità l’intera giunta Spirlì, l’assessorato all’Agricoltura e quello all’Ambiente, gli stessi che hanno scaturito l’attenzione nazionale per quello che è stato definito un vero e proprio disastro ambientale.

“La Regione dovrebbe spiegare infatti ai tanti Calabresi che se lo chiedono” si legge nella nota di WWF e LIPU “perché mai lo stato di calamità e  gli interventi straordinari invocati a gran voce, debba interessare solo il patrimonio boschivo o quello agricolo e non lo stesso patrimonio faunistico che costituisce un tutt’uno con l’ambiente. La risposta è semplice: perché l’interesse di questa giunta per la tutela della fauna è uguale a zero, considerato che gli animali non votano e i cacciatori sì.

Continua a leggere su Fidelity News