Caffè a rischio estinzione: il 60% delle piante selvatiche sta scomparendo

È stato stimato che circa il 60% delle specie selvatiche di piante di caffè rischia l'estinzione. Ciò avrà conseguenze anche sulle specie usate per scopi commerciali.

Caffè a rischio estinzione: il 60% delle piante selvatiche sta scomparendo

In base ad uno studio pubblicato su Science Advances, il 60% delle varietà di piante di caffè selvatiche è a rischio estinzione a causa soprattutto delle deforestazioni e dei cambiamenti climatici, ma anche a causa dei parassiti. Questa estinzione avrà ripercussioni anche sulle varietà utilizzate per scopi commerciali. Le varietà di caffè utilizzate maggiormente in commercio sono solamente due: la robusta (Coffea canephora), una pianta che teme l’aridità del suolo, e l’arabica (Coffea arabica), sensibile invece alle alte temperature.

Per migliorare i difetti di queste due varietà è possibile incrociarle con le specie selvatiche, con una scelta che può spaziare tra ben 124 specie. Purtroppo ben il 60% di queste ultime sta scomparendo inficiando la possibilità di eventuali incroci. Lo studio è stato effettuato dai ricercatori del Royal Botanic Gardens di Londra, che hanno impiegato 20 anni per raccogliere e catalogare le specie selvatiche di caffè. Gli studiosi hanno definito le zone di diffusione delle varie specie di piante, la quantità di caffeina, la resistenza ai parassiti e all’aridità, oltre ad altri dati.

È stato così possibile definire il rischio di estinzione di ognuna: delle 124 specie trovate, 62 sono a rischio estinzione e 13 lo sono in maniera grave, estinzione che potrebbe verificarsi durante i prossimi 10 anniLe piante selvatiche soffrono non solo dell’attacco dei parassiti, ma anche a causa dell’uomo che con la deforestazione incontrollata che avviene nelle aree di coltivazione del caffè rende il suolo sempre più arido, condizione a cui si somma l’innalzamento delle temperature a opera dei cambiamenti climatici. Sono queste le motivazioni che stanno portando all’estinzione di tutte queste piante selvatiche.

I ricercatori, inoltre, hanno riscontrato che il 72% delle specie selvatiche di caffè si trovano, sulla carta, in territori che dovrebbero essere protetti ma che in realtà non lo sono, in quanto ugualmente deforestati senza limitazioni. Coltivare queste piante fuori dagli habitat naturali non è sempre possibile e nei casi in cui lo è ci sono da sostenere costi troppo elevati, mentre le banche dei semi sono solo quattro, ma costituiscono una soluzione d’emergenza. Una soluzione definitiva, invece, potrebbe essere quella di dividere questi grandi territori in aree più piccole e, quindi, più facili da proteggere e monitorare.

Il problema non è solo non avere più la possibilità di degustare un buon caffè: le piantagioni sono soprattutto in Paesi sottosviluppati, la cui economia (e quindi sopravvivenza della popolazione) è basata soprattutto sulla coltivazione ed esportazione del caffèSe i coltivatori di caffè avranno poca scelta per gli incroci con le varietà robusta e arabica, anche queste ultime due specie scompariranno, visto che non potranno essere migliorate e rese più resistenti ad un ambiente e ad un clima ostili, innescando così una reazione a catena di disoccupazione di massa e crollo dell’economia dei Paesi produttori di caffè.

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