Before the Flood, il documentario sull’ambiente più ambizioso di sempre

Ha colto nel segno Before the Flood, il documentario firmato Fisher Stevens e narrato dal premio Oscar Leonardo DiCaprio sui recenti sconvolgimenti climatici dovuti al riscaldamento globale: nonostante qualche critica, in molti l'hanno apprezzato.

Before the Flood, il documentario sull’ambiente più ambizioso di sempre

L’ambiente è sempre più a rischio, e la questione relativa al riscaldamento globale fuori controllo è oramai diventata di importanza capitale poiché, qualora fallissimo nell’obiettivo di ridurre le emissioni ed invertire il processo, potremmo andare incontro ad una fine decisamente poco desiderabile. Proprio per questa ragione il regista Fisher Stevens ha deciso di girare il suo “Before the Flood“, un documentario interamente incentrato sui rischi e sulle conseguenze derivanti dal surriscaldamento globale.

Before the Flood (al quale è stato aggiunto l’immancabile – quanto fantasioso – sottotitolo didascalico in italiano nella versione nostrana, che come al solito gran poco c’entra con la traduzione letterale del titolo originale: “Punto di non ritorno“) è un lavoro di matrice puramente distopistica, pensato per mettere lo spettatore direttamente a confronto con il “worst case” ipotizzato dagli scienziati qualora la situazione non migliorasse.

D’altronde la forza delle immagini in questi casi è incredibilmente più potente di qualsivoglia articolo pubblicato su una rivista scientifica, poiché impone di interfacciarsi direttamente al messaggio di fondo contenuto nell’opera abbattendo ogni filtro. Sotto questo punto di vista, si può dire che il lavoro di Stevens abbia fatto centro.

Before the Flood, realizzato peraltro in collaborazione con il National Geographic, è stato infatti acclamato da più parti nonostante qualche critica, e nel suo successo ha pesato come un macigno la partecipazione di una star d’eccezione in qualità di narratore: nientemeno che il premio Oscar Leonardo DiCaprio. L’attore si era già dimostrato particolarmente sensibile al tema durante la cerimonia di premiazione per l’Oscar ricevuto e, grazie al documentario del regista statunitense, Leo ha potuto ergersi per la prima volta nella sua carriera a vero e proprio paladino del clima.

Nel corso dei suoi 95 minuti il documentario sul riscaldamento globale tocca diversi punti, togliendosi lo sfizio di criticare anche qualche stereotipo (come quello relativo alla Cina vista come il “mostro” insensibile alla questione dell’inquinamento globale, mentre molti cittadini cinesi continuano a protestare attivamente per chiedere politiche ambientali più efficaci) e mostrandoci cosa potrebbe accadere qualora non riuscissimo a riportare la temperatura a livelli accettabili; un film che nessuno vorrebbe vedere traslato nella realtà. Ma per scongiurare questa ipotesi, non rimane che una cosa da fare: rimboccarsi le maniche, ed iniziare a salvarci da soli.

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