Allarme PFAS in Veneto, il TAR sentenzia a favore di Mamme No PFAS e GreenPeace

Dopo anni di processi la sentenza del Tar del Veneto è a favore delle richieste di trasparenza di GreenPeace e Mamme No PFAS: finalmente saranno resi pubblici i dati sulla presenza di PFAS negli alimenti.

Allarme PFAS in Veneto, il TAR sentenzia a favore di Mamme No PFAS e GreenPeace

Lo scorso 8 Aprile, dopo aver accolto i ricorsi presentati dal movimento Mamme No PFAS e Greenpeace il Tribunale Amministrativo Regionale del Veneto ha pubblicato la sentenza che dispone che la Regione Veneto dovrà fornire i dati esatti sulla presenza di PFAS negli alimenti. Da due anni, i due movimenti chiedono alla Regione Veneto maggiore trasparenza sulla questione che riguarda uno degli inquinamenti più gravi che si siano registrati in Italia negli ultimi anni.

Infatti, la produzione di PFAS ha reso imbevibile l’acqua della falda acquifera che si trova nel sottosuolo delle province di Vicenza, Verona e Padova, contaminando anche animali, piante e ortaggi che sono entrati in contatto con l’acqua inquinata. Costringendo migliaia di persone a sottoporsi a controlli medici e screening sanitari per rimediare ai danni causati dalla presenza dei PFAS nell’acqua e negli alimenti.

Proprio per la gravità della situazione, GreenPeace e il movimento Mamme No PFAS richiesero alla Regione dati più dettagliati sulla presenza delle agenti contaminanti nel cibo ma i dati messi a disposizione non erano chiari perché aggregati e non geo localizzati.

Per di più, prima della sentenza, la Regione negava la possibilità di pubblicazione di dati più precisi sostenendo che la loro condivisione avrebbe potuto ostacolare le inchieste giudiziarie in corso. Le motivazioni della Regione sono state ritenute infondate da ben due sentenze della sezione II del TAR del Veneto, che hanno permesso finalmente l’accesso ai dati richiesti e disposto l’obbligo alla regione di fornirli entro 60 giorni.

Dall’altra parte i due movimenti spiegano le motivazioni della richiesta dell’accesso ai dati: “Le persone che da decenni subiscono le conseguenze di tale inquinamento hanno il diritto di sapere i dettagli della contaminazione degli alimenti coltivati in zona, quali sono i prodotti più a rischio e la loro provenienza”. Ora finalmente informazioni più precise sul tema saranno rese pubbliche grazie a quella che il movimento delle Mamme No PFAS e Greenpeace hanno chiamato una  “battaglia per la salute dei nostri figli e di tutti noi cittadini”.

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