Uno studio, ha dimostrato che, nonostante il buon successo dell’avvento del 3D, tante persone, quasi il 54.8% , soffrano in realtà di disturbi fisici , legati appunto a questo nuovo modo di vedere il cinema. Questo problema ha fatto si che alcuni film abbiano di conseguenza avuto una sorta di flop al botteghino, proprio perché usciti in 3D.
In realtà, la visione 3D non è cosi “moderna” come si pensa, visto che, la prima pellicola in 3D risale addirittura al 1922, con il film The Power of Love , che non ebbe un particolare successo, soprattutto in questa versione.
Da quegli anni in poi, il 3D è stato ripreso e abbandonato varie volte, visto che, è sempre sembrato che tale tecnologia non fosse mai realmente ancora “pronta”. Uno studio tra l’altro, condotto su 500 persone, ha dimostrato dei dati alquanto preoccupanti: la visione in 3D causa disorientamento nel 54,8% dei casi, contro il 14,1% causati da film 2D. Come è possibile capire, quindi, sono cifre molto distanti tra di loro e di sicuro impatto.
Le persone più “soggette” a questo problema sarebbero comunque le donne. Il motivo dei disturbi non è ancora stato accertato con sicurezza, ma a quanto sembra i motivi principali potrebbero essere due: o una visione troppo attenta del film e troppo “personale”, oppure un problema di messa a fuoco, considerando il fatto che l’occhio umano è solito concentrarsi su di un oggetto o un’attività alla volta, mentre nel film in 3D il tutto avviene alla stessa “velocità” e allo stesso momento diciamo.
Questo ha fatto sì, quindi, che la tecnologia in 3D non abbia ancora, fino ad oggi, trovato la popolarità sperata, poiché fino a quando non sarà possibile sistemare il problema della messa a fuoco e risolvere tali disturbi, indubbiamente non sarà facile per questa tecnologia uscire totalmente fuori “dal cassetto” che viene spesso chiuso e riaperto.
Il problema riguarda gruppi di persone miste e di qualsiasi sesso, anche se, come ben documentato dalla ricerca, i soggetti maggiormente a rischio, oltre alle donne, risultano le persone con precedenti di sensibilità del sistema vestibolare.