Il dibattito pubblico italiano è stato scosso dalla notizia della denuncia presentata dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) contro Enzo Iacchetti, noto comico, conduttore televisivo e volto storico di “Striscia la Notizia”. La vicenda nasce dalle numerose presenze televisive di Iacchetti nei programmi condotti da Bianca Berlinguer, in cui avrebbe espresso, secondo l’UCEI, posizioni e frasi che “demonizzano Israele e il popolo ebraico”, rilanciando “pregiudizi che per millenni hanno alimentato l’antisemitismo”.
Il cuore della questione – come riporta Open online – riguarda alcune dichiarazioni rilasciate in diretta tv. Iacchetti, discutendo della recrudescenza dell’antisemitismo e delle preoccupazioni espresse dal Papa, aveva affermato che “gli antisemiti sarebbero gli stessi sionisti che alimentano questa situazione di conflittualità, definendo antisemite le persone che criticano Israele”. Nel suo ragionamento, secondo la denuncia, era contenuta una delle tesi più datate della propaganda antisemita: “Il sionismo controlla tutto il mondo, controlla l’America, controlla le banche, le banche svizzere sono controllate dai sionisti ebrei, il denaro è lì…”.
Parole molto gravi per l’UCEI, che richiama esplicitamente i parallelismi con la propaganda nazista, colpevole di aver alimentato l’odio verso il popolo ebraico nel secolo scorso. Non si tratta di un episodio isolato. Già in passato Iacchetti era stato protagonista di momenti di forte tensione in televisione, come lo scontro con Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele, durante una puntata di “Carta Bianca”.
In quell’occasione, il conduttore era arrivato addirittura a minacci@re “fisicamente” l’ospite dopo uno scambio aspro sui numeri dei morti della guerr@ a Gaza, una lite che aveva acceso i social e diviso l’opinione pubblica. Tuttavia, nella querela presentata dall’UCEI, si sottolinea che gli episodi più recenti e il tono sempre più radicale assunto nelle trasmissioni televisive hanno fatto precipitare la situazione
A peggiorare il quadro, secondo l’Unione delle Comunità ebraiche, nessun ospite né la conduttrice Bianca Berlinguer sarebbero intervenuti in trasmissione per contestare o mitigare le frasi incriminate, lasciando così che raggiungessero senza filtro centinaia di migliaia di telespettatori. Di qui, la tesi dell’UCEI: “Si ingenera nel pubblico un sentimento di odio e antipatia verso il popolo ebraico, che secondo Iacchetti controlla tutto e dunque è responsabile dei mali del mondo”.
Sul fronte legale, il reato ipotizzato dalla querela sarebbe quello di propaganda fondata sull’odio razziale, previsto dall’articolo 604 bis del codice penale italiano: la pena è la reclusione fino a un anno e sei mesi o una multa fino a 6.000 euro. Ora si attendono sia le contromosse giudiziarie di Iacchetti, sia le principali reazioni mediatiche. Il dibattito sulla libertà d’opinione e sull’antisemitismo in Italia potrebbe dunque riaccendersi, coinvolgendo esponenti politici, giornalisti e attivisti, in un momento storico già volto a polarizzazioni forti e tensioni sociali.