Il futuro dei pagamenti italiani ed europei si muove verso la digitalizzazione completa, e Bancomat vuole essere protagonista di questa trasformazione. L’amministratore delegato Fabrizio Burlando ha annunciato su LinkedIn che l’azienda sta lavorando alla creazione di una stablecoin istituzionale, una valuta digitale ancorata all’euro e sostenuta dalle banche italiane, con l’obiettivo di debuttare ufficialmente entro la fine del 2026.
La moneta, che potrebbe chiamarsi Eur-Bank, rappresenterà un’evoluzione strategica: da semplice circuito di pagamento, Bancomat diventerà una piattaforma integrata capace di connettere wallet digitali, token, POS e infrastrutture condivise tra gli istituti di credito. L’annuncio si inserisce in un momento in cui l’Europa sta cercando di definire il proprio ruolo nel panorama delle valute digitali, tra il progetto dell’euro digitale promosso dalla BCE e la crescente diffusione delle stablecoin private.
Secondo Burlando, l’iniziativa di Bancomat mira a costruire una stablecoin di sistema, regolata e conforme alle normative europee MiCAR, in grado di garantire sicurezza, trasparenza e tracciabilità. Il progetto punta a un modello collaborativo che coinvolga banche, operatori finanziari e cittadini, evitando quella frammentazione che finora ha caratterizzato il settore dei pagamenti digitali.
Durante il Global Dialogue Forum di Berlino, il sottosegretario al MEF Federico Freni ha definito la futura stablecoin di sistema “un patto di fiducia tra banche, operatori e cittadini”, sottolineando come l’iniziativa rappresenti un tassello fondamentale per la sovranità europea nei pagamenti digitali. Secondo Freni, solo una governance condivisa e un solido impianto regolamentare potranno assicurare all’Italia un ruolo di primo piano nell’economia digitale del continente.
La stablecoin di Bancomat permetterà transazioni più rapide ed economiche, in particolare nei pagamenti internazionali, e offrirà nuove opportunità per prodotti finanziari come conti di deposito e strumenti d’investimento collegati. Oltre alla rapidità, la stabilità del valore — garantita dall’ancoraggio all’euro — eliminerà i rischi tipici delle criptovalute tradizionali, rendendo la moneta utilizzabile in contesti sia pubblici sia privati.
Secondo diversi esperti del settore fintech, la mossa di Bancomat segna l’inizio di una nuova fase di convergenza tra finanza tradizionale e tecnologie decentralizzate. Figure come Sara Noggler (Polyhedra) e Valeria Portale (Politecnico di Milano) hanno evidenziato come l’iniziativa italiana si distingua per l’approccio sistemico e regolato, che potrebbe diventare un modello per altri Paesi europei. Parallelamente, altre banche continentali stanno esplorando soluzioni simili, tra cui la creazione di consorzi per l’emissione di token ancorati all’euro, a dimostrazione di un interesse crescente verso un ecosistema finanziario interoperabile. In prospettiva, la stablecoin di Bancomat potrebbe diventare il ponte ideale tra il sistema bancario italiano e le future infrastrutture digitali europee, rafforzando la competitività nazionale in un contesto globale in rapida evoluzione. Se l’obiettivo verrà centrato entro il 2026, l’Italia potrebbe trovarsi tra i primi Paesi dell’Unione a introdurre una moneta digitale di sistema, con un equilibrio perfetto tra innovazione tecnologica, tutela dei consumatori e sovranità economica.