Facebook e l’AI che guarda oltre il profilo: ora può analizzare anche le foto mai pubblicate

Meta introduce una nuova funzione di intelligenza artificiale su Facebook che permette di analizzare anche le immagini presenti nel rullino fotografico e mai caricate online, con l’obiettivo di creare suggerimenti, collage e contenuti personalizzati.

Facebook e l’AI che guarda oltre il profilo: ora può analizzare anche le foto mai pubblicate

Meta ha avviato una fase di sperimentazione in Nord America che porta l’intelligenza artificiale di Facebook a un livello senza precedenti. Negli Stati Uniti e in Canada, alcuni utenti possono ora attivare un’opzioneopt-in” che consente al sistema di accedere al rullino fotografico dello smartphone, elaborando le immagini presenti sul dispositivo — anche quelle mai condivise sul social network.

L’obiettivo ufficiale è quello di aiutare le persone a riscoprire scatti dimenticati tra centinaia di foto, screenshot o ricevute, trasformandoli in collage e suggerimenti creativi pronti per la condivisione. Una volta abilitata la funzione, i file multimediali vengono temporaneamente trasferiti ai server cloud di Meta, dove l’intelligenza artificiale li analizza per individuare le foto “migliori” o più significative. Il sistema può proporre composizioni automatiche, ritocchi estetici, filtri e idee di post personalizzati. L’utente è libero di scegliere se accettare o meno le proposte e può in qualsiasi momento revocare l’autorizzazione.

Meta precisa che le immagini non vengono utilizzate per addestrare i propri modelli AI, a meno che l’utente non decida di modificarle o pubblicarle attraverso gli strumenti intelligenti integrati nel social. La portavoce dell’azienda, Mari Melguizo, ha chiarito a The Verge che il nuovo meccanismo è stato concepito nel rispetto della trasparenza e del controllo da parte degli utenti.

Tuttavia, alcune domande restano aperte. La società di Menlo Park non ha specificato per quanto tempo le immagini restino archiviate nei server né se i dati associati vengano eliminati dopo la revoca del consenso. In passato, durante un test simile condotto a giugno, Meta non aveva escluso la possibilità di utilizzare in futuro anche le immagini private per migliorare i propri modelli generativi.

La preoccupazione principale riguarda la privacy: l’idea che un algoritmo possa accedere a foto personali mai condivise, anche solo per fini “creativi”, suscita inevitabilmente perplessità. Sebbene Meta garantisca che tali dati non saranno impiegati per la pubblicità mirata, la possibilità di analizzare contenuti privati amplia ulteriormente il raggio d’azione dell’intelligenza artificiale aziendale. Dal 2024, il gruppo utilizza già post e immagini pubbliche di Facebook e Instagram per addestrare i suoi sistemi generativi, una pratica che ha sollevato numerose discussioni. Con questa nuova funzionalità, la linea di confine tra ciò che è “pubblico” e ciò che resta “personale” sembra farsi ancora più sottile.

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