Instagram compie 15 anni: dall’effetto Polaroid alla rivoluzione dei social media

Nato come un’app per condividere scatti vintage, Instagram è diventato in 15 anni un fenomeno globale che ha trasformato la comunicazione visiva, la pubblicità e la cultura digitale.

Instagram compie 15 anni: dall’effetto Polaroid alla rivoluzione dei social media

Instagram spegne 15 candeline e si conferma uno dei protagonisti assoluti dell’era digitale. Lanciato il 6 ottobre 2010 da Kevin Systrom e Mike Krieger come un’applicazione per iPhone dedicata alla condivisione di foto in stile Polaroid, ha rivoluzionato il modo in cui milioni di persone nel mondo raccontano se stesse e la realtà che le circonda.

Oggi, con circa tre miliardi di utenti attivi ogni mese, è non solo un social network ma anche una potente piattaforma commerciale, punto d’incontro tra creatività, marketing e intrattenimento. All’inizio, Instagram era un’app semplice e intuitiva: bastava scattare una foto, applicare un filtro e condividerla. Il logo stesso, ispirato alle fotocamere Polaroid, evocava un senso di nostalgia e autenticità. In appena due mesi dal lancio, aveva già conquistato un milione di utenti, attratti dalla possibilità di ottenere risultati professionali in pochi tocchi.

Facebook, che ne intuì subito il potenziale, decise di acquistarla nel 2012 per oltre un miliardo di dollari. Un investimento che, col senno di poi, si rivelò tra i più redditizi nella storia del web, considerando che nel 2018 il valore stimato della piattaforma superava i 100 miliardi di dollari. Dopo l’acquisizione, il volto di Instagram è cambiato profondamente. Sono arrivate le funzioni di messaggistica, i profili verificati, i video e soprattutto la pubblicità, che ha trasformato il social in un vero e proprio mercato digitale.

È in questa fase che nascono nuove figure professionali, come gli influencer e i content creator, capaci di costruire intere carriere grazie alla popolarità online. Nel 2016, per contrastare Snapchat, sono state introdotte le Storie, contenuti temporanei che durano 24 ore, mentre nel 2020 è arrivata la risposta a TikTok con i Reels, i video brevi che oggi dominano i feed di milioni di utenti. Tuttavia, il successo non è stato privo di controversie.

Nel 2021, le rivelazioni dell’ex dipendente di Facebook Frances Haugen hanno acceso i riflettori sul rapporto tra social media e salute mentale dei giovani. Secondo la whistleblower, l’azienda avrebbe privilegiato la crescita economica rispetto al benessere degli utenti, aprendo un dibattito globale sull’uso responsabile dei social network. Da allora, Instagram ha introdotto maggiori tutele per i teenager, con profili dedicati e impostazioni di privacy più rigide.

L’Unione europea monitora da vicino la piattaforma, sia sul fronte della concorrenza che su quello della protezione dei dati personali, temi cruciali nell’era dell’intelligenza artificiale. Proprio di recente, il responsabile di Instagram Adam Mosseri ha ribadito l’impegno dell’azienda per una maggiore trasparenza, smentendo le teorie secondo cui l’app ascolterebbe le conversazioni degli utenti per fini pubblicitari. 

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