L’emicrania è una condizione neurologica complessa e spesso invalidante, che in Italia colpisce circa sei milioni di persone. Non si tratta di un semplice mal di testa, ma di un disturbo capace di limitare profondamente la vita quotidiana, obbligando chi ne soffre a isolarsi, spegnere le luci, rinunciare al lavoro e alle relazioni sociali.
Spesso accompagnata da incomprensione e pregiudizi, l’emicrania viene ancora percepita erroneamente come un problema secondario, quando in realtà rappresenta una delle principali cause di disabilità per chi ha meno di 50 anni, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Oggi, però, la prospettiva per i pazienti cambia radicalmente grazie a due nuove classi di farmaci: gli anticorpi monoclonali e i gepanti.
Entrambe le terapie agiscono sul Calcitonin Gene-Related Peptide (CGRP), neuropeptide responsabile dell’infiamm@zione e della vasodilatazione durante l’att@cco di emicrania. Questi farmaci sono definiti “double face” perché possono sia spegnere il dolore già in corso sia prevenire nuovi episodi, aprendo una prospettiva completamente nuova per chi convive con questa patologia.
Gli anticorpi monoclonali, somministrati tramite iniezione, e i gepanti, disponibili in compresse, permettono di ridurre drasticamente la frequenza degli att@cchi: i registri italiani mostrano che dopo un anno di trattamento il 91,3% dei pazienti vede dimezzare i giorni di mal di testa. In particolare, il rimegepant, prodotto da Pfizer e recentemente reso rimborsabile, offre un’efficacia ancora maggiore, permettendo un utilizzo sia preventivo sia acuto.
Una terapia regolare può ridurre fino al 50% gli episodi mensili, un risultato rivoluzion@rio per chi convive con fino a venti att@cchi al mese. La nota dolente rimane il costo elevato: una compressa di rimegepant costa circa 33 euro, e per una prevenzione efficace il paziente dovrebbe assumerne una a giorni alterni, con una spesa mensile che può arrivare a 500 euro.
A questo si aggiungono le limitazioni imposte dall’Agenzia Italiana del Farmaco, che consente la prescrizione solo a chi non ha ottenuto benefici da almeno tre classi di farmaci di prima linea, come FANS, triptani o antidepressivi, spesso con effetti collaterali significativi. Nonostante questi ostacoli, la disponibilità di terapie così efficaci rappresenta una svolta sia per i pazienti sia per il sistema sanitario. Ridurre gli att@cchi significa diminuire accessi in pronto soccorso, ricoveri e giorni di lavoro persi, alleggerendo anche il peso economico della malatti@, stimato in circa 20 miliardi di euro all’anno tra perdita di produttività e presenteismo. Come sottolinea Matteo Sartori, olimpionico e protagonista del documentario “Una vita a metà”, l’emicrania è un ostacolo che può finalmente essere superato, grazie a farmaci innovativi che offrono nuova libertà e speranza ai mal@ti.