Le ultime novità provenienti da Apple, Google e Samsung mostrano come i tre giganti stiano spingendo sempre più in avanti i confini della tecnologia, ognuno secondo la propria filosofia.
Mondo Apple
MacBook Pro OLED: il touch diventa protagonista dei notebook Apple
Apple si prepara a introdurre il display touch sui prossimi MacBook Pro OLED, segnando un passo significativo nella fusione tra notebook e iPad. Secondo l’analista Ming-Chi Kuo, l’adozione della tecnologia “touch on-cell” permetterà di integrare i sensori direttamente nello schermo, garantendo precisione e un’esperienza utente più immediata, senza compromettere lo spessore del dispositivo. Questa novità sarà riservata ai modelli di fascia alta, mentre i MacBook economici continueranno a fare a meno del touch, utilizzando chip derivati dagli iPhone. La mossa conferma la strategia di Apple di riservare le innovazioni più avanzate ai dispositivi premium, pur esplorando nuove modalità di interazione che avvicinano l’esperienza dei Mac a quella degli iPad.
Acoustic Seal Test: personalizzare AirPods Pro 3 per suono e sensore
Con i nuovi AirPods Pro 3 Apple introduce l’Acoustic Seal Test, un sistema pensato per aiutare gli utenti a trovare la misura di gommino più adatta tra le cinque disponibili, dalla XXS alla L, ottimizzando sia la resa sonora che il comfort. L’obiettivo è garantire un perfetto sigillo del canale uditivo, fondamentale per una cancellazione del rumore efficace e bassi più profondi, e allo stesso tempo assicurare il corretto contatto del sensore di frequenza cardiaca integrato negli auricolari. Il test, disponibile su iOS e iPadOS 26, guida l’utente passo passo nella scelta del gommino giusto, consigliando di provare diverse misure in caso di tenuta insufficiente. Apple sottolinea che la dimensione ottimale per la precisione del sensore potrebbe differire da quella ideale per l’audio, raccomandando di indossare gli auricolari con un angolo di 45 gradi verso il volto e di premere delicatamente per migliorare il contatto con la pelle. In caso di letture ancora incoerenti, è suggerito verificare la pulizia del sensore e il corretto posizionamento con l’aiuto di uno specchio. Questo nuovo test rappresenta un ulteriore passo avanti nella personalizzazione degli AirPods Pro 3, combinando qualità sonora, comfort e funzionalità biometriche in un’esperienza più completa e precisa per ogni utente.
Connessione automatica agli hotspot iPhone con macOS 26 Tahoe
Con macOS 26 Tahoe, Apple semplifica ulteriormente la gestione della connettività, introducendo la possibilità di collegarsi automaticamente agli hotspot creati da iPhone o iPad. La nuova opzione “Automatico”, disponibile nel menu a tendina delle impostazioni Wi-Fi, consente al Mac di riconoscere e connettersi senza intervento dell’utente ogni volta che non è disponibile una rete Wi-Fi standard. In precedenza, con macOS 15 Sequoia, era necessario autorizzare manualmente l’accesso agli hotspot rilevati; ora il processo diventa trasparente e immediato, rendendo più fluida l’esperienza di lavoro o di navigazione in mobilità. Questa funzione è particolarmente utile per chi utilizza frequentemente più dispositivi Apple, garantendo connessioni rapide e senza interruzioni tra Mac e iPhone.
Apple Watch segnala la ricarica lenta per una gestione più intuitiva
Con watchOS 26 Apple introduce una funzione pensata per migliorare l’esperienza di ricarica quotidiana degli Apple Watch Series 11, Ultra 3 e SE 3: il sistema avvisa l’utente quando il caricatore in uso non consente di ottenere la massima velocità di ricarica. L’avviso, denominato Slow Charger, compare nella sezione Batteria delle impostazioni e si distingue visivamente con colori intuitivi: arancione quando la ricarica è più lenta rispetto al potenziale massimo e verde quando è rapida. Si tratta di una semplice indicazione, non di un errore o malfunzionamento, che segnala all’utente la possibilità di accelerare il processo usando un alimentatore più potente. Apple consiglia in particolare l’impiego di un caricatore USB-C Power Delivery insieme al cavo magnetico USB-C incluso nella confezione per ottenere tempi di ricarica ottimali, offrendo così una gestione chiara e immediata dell’energia disponibile sul dispositivo.
Mondo Google
La selezione delle foto su Android diventa più intelligente e veloce
Con l’ultimo aggiornamento del sistema Google Play, Android introduce una barra di ricerca all’interno del Selettore di Foto, rendendo finalmente più semplice trovare rapidamente e precisamente immagini e video desiderati senza dover scorrere manualmente l’intera galleria. La novità, integrata anche con Google Foto, permette di usare parole chiave legate a luoghi, oggetti o persone, migliorando l’esperienza d’uso e portando ordine nella gestione delle collezioni multimediali.
Discover si trasforma: Google porta i social nel suo feed personalizzato
Google Discover è pronto a un’evoluzione significativa che lo renderà più simile a un vero e proprio hub di contenuti multimediali. Dopo anni in cui lo spazio era dedicato principalmente a notizie e suggerimenti generati dall’intelligenza artificiale, presto sarà arricchito dai post provenienti da Instagram, X e YouTube Shorts. Questa scelta nasce da ricerche interne che hanno mostrato come gli utenti preferiscano un mix di testi, immagini e video senza dover uscire dall’app principale. Inoltre, Discover diventerà sempre più personalizzabile, permettendo di seguire direttamente creatori e fonti specifiche, con la possibilità di accedere ai loro profili e decidere quali contenuti ricevere. Con questa mossa, Google punta a trasformare Discover in un’esperienza più dinamica e coinvolgente, avvicinandola al linguaggio dei social e rafforzando la centralità del proprio ecosistema.
Google lancia VaultGemma, il suo primo LLM per la privacy
Google ha presentato VaultGemma, il primo modello linguistico sviluppato dall’azienda con un’attenzione specifica alla protezione dei dati sensibili. Il progetto nasce dalla crescente esigenza di evitare che gli LLM memorizzino e riproducano informazioni personali o contenuti coperti da copyright, una delle questioni più delicate dell’attuale panorama tecnologico. Per affrontare questo problema, Google Research ha introdotto la privacy differenziale, una tecnica che inserisce un livello di rumore nei dati di addestramento così da ridurre il rischio di conservazione diretta delle informazioni. Tuttavia, questa scelta comporta inevitabili compromessi: una riduzione dell’accuratezza delle risposte, un maggiore fabbisogno di risorse computazionali e la necessità di disporre di volumi di dati più ampi. Nonostante le sfide, VaultGemma rappresenta un segnale forte sulla direzione che Google vuole intraprendere, dimostrando di voler coniugare innovazione e responsabilità in un settore sempre più sotto i riflettori di regolatori e opinione pubblica.
Google Sheets si evolve: crittografia lato client per protezione avanzata dei dati
Google ha introdotto la crittografia lato client (Client-side encryption, CSE) in Sheets, garantendo che i dati sensibili vengano cifrati direttamente nel browser dell’utente prima di essere caricati sul cloud. Con questa modalità, le chiavi di sicurezza restano in mano all’organizzazione, impedendo anche a Google di accedere ai contenuti non autorizzati. La funzione è disponibile per piani specifici di Google Workspace, tra cui Frontline Plus, Enterprise Plus, Education Standard ed Education Plus, e permette di importare ed esportare file cifrati, oltre a integrare il supporto per Google Vault per attività di e-discovery. L’aggiornamento include anche strumenti per la conversione dei documenti in formato Excel, garantendo interoperabilità tra piattaforme senza compromettere la sicurezza. Gli amministratori possono configurare la crittografia a livello di unità organizzativa, controllando quali gruppi di lavoro possono usufruire delle funzioni avanzate. Il rollout sarà graduale, con rilascio pianificato a partire dal 18 settembre, mentre gli utenti in modalità “Rapid Release” hanno già iniziato a vedere la funzione dal 4 settembre.
Google App per Windows porta la ricerca in stile Spotlight
Google ha lanciato un’app sperimentale per Windows, disponibile tramite il programma Labs, che consente di avviare ricerche istantanee direttamente dal desktop con la scorciatoia Alt + Space. Il nuovo strumento combina la ricerca di file locali, applicazioni installate, contenuti su Google Drive e risultati web, integrando al contempo Google Lens per identificare e tradurre testi o immagini sullo schermo. Inoltre, una modalità AI offre risposte approfondite e la possibilità di porre domande di follow‑up, fornendo link utili. Attualmente l’app è rilasciata solo negli Stati Uniti, ma si prevede un’espansione a livello globale nei prossimi mesi.
Android 16 QPR2: le icone finalmente personalizzabili al 100%
Con l’arrivo della QPR2, Android 16 introduce un motore per i temi delle icone completamente rivisto, che promette di uniformare l’aspetto grafico delle app in modo coerente e flessibile. Fino ad oggi, il controllo dei colori era quasi esclusivamente nelle mani degli sviluppatori, rendendo difficile ottenere un tema armonioso su tutto il sistema. La novità principale consiste nella possibilità per l’utente di personalizzare completamente i colori delle icone, anche di quelle app che non supportano nativamente il tema Material 3 Expressive. Il nuovo motore offre tre modalità: Default, che mantiene l’icona originale; Minimal, che applica automaticamente la palette scelta dall’utente; e Create, ancora in fase sperimentale, che sfrutterebbe l’intelligenza artificiale per creare risultati più vari. Grazie a questa evoluzione, Google riesce a conciliare la libertà degli sviluppatori con le esigenze estetiche degli utenti, garantendo un tema coordinato e uniforme, con pieno controllo finale sulle tonalità delle icone. Questo aggiornamento segna un passo decisivo verso una personalizzazione completa e coerente, simile all’esperienza grafica offerta da Apple sui suoi iPhone.
Un nuovo tocco di stile e praticità per i Pixel
Con il lancio del Rope Wristlet, Google porta nel mondo degli smartphone un accessorio tanto semplice quanto funzionale, pensato per coniugare comodità e personalizzazione. Il laccetto da polso, realizzato in poliestere intrecciato e disponibile in tre varianti cromatiche vivaci, nasce come alternativa pratica alle più ingombranti tracolle, permettendo di portare il telefono con sé senza rinunciare alla sicurezza. Grazie al sistema di aggancio universale con piastra e moschettone, il Rope Wristlet non si limita ai soli Pixel ma può essere utilizzato anche con altri dispositivi, fatta eccezione per i pieghevoli della serie Pixel Fold. La scelta di Google sembra voler intercettare una tendenza sempre più diffusa tra i produttori, che puntano a trasformare gli accessori in strumenti di personalizzazione, capaci di rendere lo smartphone non solo utile, ma anche parte integrante dello stile personale.
Pixel 7 e 7 Pro sotto osservazione per i problemi di batteria
Le nuove segnalazioni riguardanti i rigonfiamenti delle batterie di Google Pixel 7 e Pixel 7 Pro stanno attirando l’attenzione della community tecnologica, soprattutto perché si tratta di dispositivi di fascia alta, ben diversi dai modelli più economici coinvolti in passato. Gli utenti hanno condiviso foto e testimonianze sui social e nei forum ufficiali, mostrando come in alcuni casi la deformazione sia evidente e potenzialmente rischiosa. Al momento Google non ha annunciato un richiamo ufficiale, preferendo gestire i casi singolarmente con sostituzioni, rimborsi o nuove batterie inviate gratuitamente. La questione solleva dubbi sulla filiera dei fornitori di batterie usata negli anni precedenti e lascia aperto l’interrogativo se i futuri Pixel saranno immuni da problematiche simili. Nel frattempo, gli esperti raccomandano prudenza e invitano gli utenti a non utilizzare dispositivi che mostrino segni di rigonfiamento, evitando di esporli a fonti di calore o ambienti infiammabili.
Pixel e registrazioni telefoniche: tra apertura e vincoli normativi
La decisione di Google di aprire, seppur con prudenza, alla registrazione delle chiamate sui Pixel segna un cambio di rotta importante dopo anni di chiusura. L’azienda ha sempre invocato la complessità delle normative internazionali, ma ora sembra pronta a introdurre la funzione, almeno in alcuni mercati come l’India. Restano però incertezze per Stati Uniti ed Europa, dove la regolamentazione è meno uniforme. In Italia, dove la legge consente la registrazione da parte di chi partecipa alla conversazione, la funzione non incontrerebbe grandi ostacoli, ma sarebbe comunque soggetta a limiti precisi legati alla diffusione dei contenuti. Questa apertura potrebbe quindi rappresentare un passo avanti atteso dagli utenti, a patto che sia gestita con equilibrio e nel pieno rispetto della privacy.
AP2, il futuro dell’e-commerce secondo Google
Con l’introduzione dell’Agent Payments Protocol (AP2), Google ridisegna lo scenario degli acquisti online aprendo la strada a un modello in cui non è più l’utente a cliccare sul tasto “acquista”, ma un agente AI che opera in sua vece. La novità consiste in un linguaggio condiviso e sicuro, sviluppato con il supporto di oltre sessanta partner globali, capace di garantire transazioni fluide e conformi su piattaforme diverse. I cosiddetti Mandati, contratti digitali firmati crittograficamente, diventano il cuore del sistema, assicurando che ogni operazione rifletta la volontà dell’utente sia quando è direttamente coinvolto, sia quando delega all’agente un compito preciso. Le potenzialità di AP2 vanno oltre l’acquisto immediato: dal monitoraggio dei prezzi alla prenotazione di viaggi, fino ai pagamenti in stablecoin e criptovalute, questo protocollo segna un passaggio decisivo verso un e-commerce automatizzato, sicuro e sempre più personalizzato.
Mondo Samsung
Galaxy S26 e il possibile ritorno di Exynos nei modelli Ultra
Rumor recenti suggeriscono che il tanto atteso Galaxy S26 potrebbe essere equipaggiato con il nuovo Exynos 2600, prodotto con processo a 2 nm, non solo nelle versioni Pro e Edge, ma forse anche nel Galaxy S26 Ultra, segnando la prima volta in quattro anni che un modello Ultra di Samsung utilizza un chipset proprietario dal Galaxy S22 Ultra. La speculazione riapre il dibattito sulla strategia dell’azienda, visto che negli ultimi modelli la gamma globale ha privilegiato il Snapdragon “for Galaxy” per garantire prestazioni e affidabilità consolidate. Gli esperti evidenziano però che potrebbe trattarsi di un errore di interpretazione del rapporto, e che molto probabilmente il S26 Ultra sarà confermato con Snapdragon 8 Elite Gen 5 for Galaxy, mentre l’Exynos 2600 potrebbe essere riservato solo ad alcune varianti selezionate, rafforzando la produzione interna di Samsung e garantendo un vantaggio tecnologico, considerando che sarebbe il primo chip a 2 nm disponibile sul mercato, prima di soluzioni analoghe della MediaTek.