Uno studio, condotto dai ricercatori del Center for Brain Health dell’Università del Texas a Dallas e pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, mette in evidenza gli effetti della marijuana sul cervello.
Il test è stato svolto su due gruppi diversi di volontari e si è notato, tramite risonanze magnetiche, che il gruppo che faceva un uso costante di questa sostanza, sembrava avere un cervello più “piccolo”, nel vero senso del termine, avendo una corteccia cerebrale più piccola. Chiaramente, sempre dalla risonanza, è stato possibile notare anche l’effetto dipendenza che questa sostanza stupefacente crea.
Lo studio prova a mettere in evidenza una correlazione tra dimensioni del cervello più piccole e intelligenza, anche se al momento, con l’attuale ricerca, questo aspetto non è stato completamente dimostrato. E’ chiara comunque, nonostante tutto, una differenza sostanziale di recettività e di intelligenza tra i due gruppi. Per quanto riguarda il gruppo che faceva uso di sostanza stupefacente, si notano degli effetti a lungo termine con almeno 3 spinelli al giorno. Non ci sono studi infatti per tempi di utilizzo minori.
Chiaramente, questa ricerca, non vuole mettere in discussione la possibilità di utilizzare questa sostanza come “medicinale” , ma semplicemente, vuole mettere in risalto gli effetti comunque negativi e scientifici sul cervello umano, visto che, cambiamenti fisiologici di dimensioni a livello di corteccia cerebrale, ci sono e sono chiaramente evidenti.
Si conclude affermando quindi che, se il gruppo che faceva uso abituale di spinelli aveva un volume del cervello più piccolo a livello della corteccia orbitofrontale, la loro intelligenza inferiore all’altro gruppo che non faceva uso di sostanze, molto probabilmente non era dovuta alle dimensioni diverse di volume ma, sempre probabilmente, era data da una diversa capacità di reazione.
Inoltre, si è notato che, per chi assumeva spinelli, c’era una serie di aumenti di connettività, sia strutturali che funzionali, che in qualche modo hanno potuto compensare le perdite di materia grigia. Il problema nasce dal fatto che, anche se è stato dimostrato questo, alla fine è dimostrato anche che con l’uso prolungato di marijuana la connettività del cervello inizia a degradarsi.